Monika, Hanna, Muha, Dasha, sono solo alcuni dei nomi dei 43 cani e 7 gatti prelevati dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa) al confine con l’Ucraina e arrivati dopo un viaggio lungo e complicato ieri pomeriggio a Milano.
Hanno tutti un microchip, un passaporto e un libretto sanitario che, oltre a raccontare la loro storia sanitaria, parla delle loro famiglie e della loro vita prima della guerra.
Lo rende noto la ong che, insieme alla Federazione di cui Enpa fa parte, ha scritto al ministro della Salute Roberto Speranza chiedendo di “modificare la nota del ministero che vieta di portare in Italia cani e gatti randagi ucraini che sappiamo essere tanti”.
I volontari di Kiev, “nonostante il coprifuoco e i bombardamenti, sono riusciti, uno per uno, a recuperare cani e gatti chippati rimasti indietro. Hanno poi contattato l’Enpa che ha organizzato una missione di recupero per portare i cani in Italia alla quale si è unito anche Luciano, veterinario di Rovigo con i suoi collaboratori per prestare soccorso durante il viaggio”. Arrivati ieri pomeriggio a Milano gli animali sono stati ospitati da diverse strutture.
“Ora seguiranno tutti l’iter di osservazione sanitaria previsto dalla legge con relativa quarantena e, quando sarà possibile, per loro cercheremo una buona adozione. Purtroppo ci sono anche i pet rimasti indietro – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale della ong – per loro Enpa c’è e continuerà ad esserci. Stiamo lavorando per dare il nostro contributo in questa terribile emergenza muovendoci su più fronti: dall’invio di aiuti concreti, all’accoglienza degli animali provenienti dall’Ucraina, ad operazioni di concerto con le istituzioni”.