Carissimi,
a Palermo hanno visto un topo! Voi mi direste: “uno?”
A Palermo ci sono i topi? “Avica!”
Si è vero, la continua lotta tra “uomini e topi” è storica. Esiste un disprezzo verso questo “essere” dettato dallo schifo che la sua visione ci fa e per questo non ne vogliamo percepire la sua esistenza, la sua presenza a meno che non lo raffiguriamo nel Topolino di Disney o il cuoco Ratatouille.
Ma i topi esistono e sono tra di noi, in qualunque città e non solo in funzione della sporcizia di questa, ma vivono nella sua parte nascosta, vivono in anfratti, sottoterra e con mille sotterfugi.
I topi sono una “comunità” con regole precise e sono tanto simili a noi “umani” ancor di più di quanto noi possiamo supporre.
È vero che in passato i topi hanno portato epidemie, ma quanti topi muoiono “eroicamente” in laboratorio per sperimentare farmaci e vaccini che ci dovranno salvare la vita?
Pensateci, che ribrezzo, un determinato farmaco che ingeriamo è stato sperimentato inizialmente su un topo.
Più passa il tempo, più grazie alle sperimentazioni, siamo noi che stiamo diventando topi, mentre questi diventano sempre più intelligenti e umani. Chi ha modo di viaggiare avrà constatato che anche le luccicanti capitali europee nelle loro metropolitane, le loro stazioni, i loro monumenti ospitano questi sgraditi esseri che vengono periodicamente alla luce con grande arroganza senza mostrare alcuna paura per la presenza umana e credetemi non sono i “Tom e Jerry” dei cartoni animati e non bastano più i pezzi di formaggio con le trappole dei cartoni animati, oggi ci sono squadre di “veri gost-buster” attrezzati per questa guerra.
Quello che mi fa più paura è la presenza di esseri umani che oltre ad aver assunto la fisionomia e i comportamenti viscidi dei topi, oltre ad avere la coda e la furbizia funzionale alla sopravvivenza sopra le regole, scavalcando qualunque morale, siedono regolarmente accanto a noi, assumendo qualunque fisionomia umana, anche la più affidabile, accettati e additati sovente quali esempi vincente di una società in evoluzione.
Persino io qualche anno fa nel lavoro sono stato bruciato e scalzato da topi che mentre tentavo di porre rimedio ad uno dei tanti riversaggi di “liquami” sulla società, utilizzando le regole morali, loro sgusciavano, strisciavano nel loro elemento naturale sovvertendo finanche non solo le regole della giustizia, ma anche della verità.
Quindi continueremo ad utilizzare derattizzanti sempre più potenti e soprattutto sostenibili per l’ambiente e quando si parla di sostenibilità in certi ambienti, si cerca di garantire il “quieto vivere” e in questi frangenti i topi divenuti “potenti ratti” sopravviveranno, si diffonderanno nelle zone e nelle situazioni strategiche e alla fine arriveremo a non accorgerci che in fondo in fondo, anche noi finiremo per adeguarci, in quel patto storico di convivenza che esiste da sempre tra “uomini e topi” accettando qualche “danno collaterale” fin quando alla fine uno dei due si estinguerà.
In conclusione le città sono sporche? Noi siamo sporchi, dentro e fuori, nell’immagine che diamo e in ciò che nascondiamo e le città non sono altro che lo specchio della nostra indole.
Un abbraccio, Epruno.