Va in pensione Ignazio De Francisci, procuratore generale di Bologna. In magistratura dal 1977, ha fatto parte dello storico pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e poi della Dda di Palermo.
A Bologna da cinque anni e mezzo, ha firmato l’avocazione delle indagini sulla Strage del 2 agosto 1980 che hanno portato alla nuova inchiesta sui mandanti dell’attentato e al processo attualmente in corso a Paolo Bellini, accusato di essere un altro esecutore materiale.
“E’ stato un atto opportuno, non facile e finora non si e’ dimostrata una scelta sballata, abbiamo avuto un minimo di soddisfazione: non siamo andati alla ricerca di fantasmi e di teoremi“, ha detto De Francisci, salutando i giornalisti. Tra le soddisfazioni del suo mandato, “c‘e’ quella, attribuibile a tutto il mio ufficio, di aver fatto comprimere i tempi in appello per i reati sessuali. Abbiamo chiesto alla Corte di accelerare i tempi. Per me bisogna fare delle scelte e i reati che riguardano la violenza sulle donne devono essere al primo posto, insieme a quelli di mafia”.
De Francisci lascia un ufficio dimezzato: oltre a lui va in pensione anche l’avvocato generale, Alberto Candi e i sostituti da 11 in organico resteranno 5, guidati dalla procuratrice generale reggente Lucia Musti. “Mi auguro – ha detto De Francisci – che chi ha la competenza per provvedere provveda. Non puo’ rimanere scoperta una sede come Bologna, che ha la competenza su tutta l’Emilia-Romagna, insieme alla Lombardia cuore pulsante d’Italia“. Con cosi’ poco organico “si rischia, nei prossimi mesi, che non ci siano abbastanza sostituti pg da mandare alle udienze”.