“Siamo preoccupati per lo stop alle vaccinazioni di massa deciso per le isole partenopee perché oltre a mettere a repentaglio la salute pubblica di aree particolarmente vulnerabili rischia di far perdere una grande occasione di rilancio turistico”, commenta Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Minori Sicilia.
Le principali sigle datoriali del turismo, avevano sostenuto e apprezzato particolarmente lo sforzo di alcune Regioni che su richiesta dei sindaci delle isole minori, si erano attivate per dare a tutti sulle isole la possibilità di essere vaccinati.
I presupposti alla base di questa richiesta, secondo del Bono, sono duplici. Da una parte ci si confronta con sistemi sanitari incompleti e pieni di difficoltà, dove le tempistiche e la logistica di intervento non possono essere paragonabili a quelli della terra ferma; basti immaginare la gestione di eventuali focolai o di emergenze che prevedano terapie intensive. Dall’altra si tratta per lo più di piccoli centri abitati il cui tessuto socio-economico è quasi esclusivamente dipendente dal turismo. Quest’ultimo fattore, oltre a rendere le realtà micro-insulari particolarmente esposte ai contatti esterni, fa si che in assenza di almeno 3-4 mesi di adeguati flussi turistici, si rischi il tracollo di sistemi socio-economici fragili e già particolarmente provati da oltre un anno di pandemia.
Gli operatori turistici delle isole siciliane avevano accolto con grande speranza e soddisfazione l’annuncio di estendere la possibilità di vaccinazione a tutta la popolazione residente o domiciliata e con casa sulle isole minori. Questo aveva già permesso di ricevere i primi feedback positivi sia da quanti scelgono le isole come meta di vacanza ma anche da chi le vive o ne conosce intimamente i disagi e le fragilità.
Auspichiamo, conclude il presidente di Federalberghi Isole Minori Sicilia, che le peculiarità e le vulnerabilità delle isole minori – una volta vaccinate le categorie più a rischio – possano essere prese nel dovuto conto. Questo continuo tira e molla, le notizie divergenti e l’assenza di date certe sulla ripartenza preclude la programmazione necessaria al funzionamento del settore turistico.