La Sicilia è ormai impegnata da un paio di mesi, precisamente dal 27 dicembre 2020, nella campagna di vaccinazione anti Covid-19. Tante sono state le polemiche, a livello nazionale e regionale, che hanno riguardato le capacità logistiche e operative del nostro Paese di somministrare le dosi in tempi celeri e adeguati rispetto all’emergenza che stiamo vivendo.
Diversamente da luoghi comuni e stereotipi, in Sicilia, la campagna di vaccinazioni sta procedendo piuttosto bene. Infatti, la nostra Regione si fissa pienamente nella media nazionale per quantità di dosi somministrate in rapporto alla quantità di dosi consegnate alle Regioni. Nello specifico, secondo dati forniti dal Sole24Ore, in Sicilia sono state vaccinate 132.331 mila persone (che hanno quindi già ricevuto il secondo richiamo), e finora sono state somministrate 445.254 mila dosi, equivalenti al 77,4% del totale delle dosi consegnate alla Regione (che sono in totale, al momento, 575.365). E se consideriamo che la percentuale media nazionale è del 77,5%, possiamo dire che la Regione Sicilia, l’Assessorato alla Sanità, guidato da Ruggero Razza, e la rete territoriale siciliana, stia lavorando bene, almeno in rapporto al trend nazionale.
Certo, che poi ancora ci sia tanto da fare e che, in generale, l’Italia stia procedendo con parecchie falle, lentezze e difficoltà, rispetto a molti altri Paesi europei, agli Stati Uniti o ad Israele, è un altro tema. Rimanendo nel nostro Paese, ricordiamo che finora le tre Regioni che stanno procedendo più speditamente sono state la Valle d’Aosta (con l’87,7% di dosi somministrate), che si attesta al primo posto, seguita da Campania (con l’86,8%) e Puglia (con l’85,4%). Il primato della Valle d’Aosta è stato certamente favorito da una realtà territoriale piccola, non molto popolata e caratterizzata da poche carenze strutturali, insomma, c’era quasi d’aspettarselo.
Invece, al di là di ogni stereotipata previsione, la Campania e la Puglia, rispettivamente al secondo e terzo posto, si attestano sul podio tra le Regioni più virtuose, rapide ed efficienti nella campagna vaccinale. Naturalmente non mancano le note dolenti. Le ultime della classe, infatti, sono state finora la Calabria al terzultimo posto (con il 65,7%), seguita da Liguria (al 65,6%) e Sardegna, la peggiore in assoluto (con un brutto 60,6%).
Ricordiamo che per essere vaccinati sono necessarie due dosi a distanza di 21 giorni per il vaccino Pfizer, mentre 28 giorni per Moderna, da 78 a 84 giorni per Astrazeneca. Invece per chi ha già contratto il covid è sufficiente una sola dose ma che dovrebbe essere eseguita dopo almeno 3 mesi di distanza dall’insorgenza dell’infezione e possibilmente entro i 6 mesi dalla stessa.
In termini globali, l’Italia non si sta mostrando così veloce nella campagna vaccinale, anzi, tutt’altro. Infatti, nel nostro Paese sono stati vaccinati 8,96 abitanti ogni 100. Nulla rispetto ad Israele che ha praticamente vaccinato quasi l’intera popolazione, mostrando una capacità logistica e operativa fuori dal comune e agli Emirati Arabi Uniti con 63,43 abitanti su 100. Poco rispetto al Regno Unito che ha vaccinato 34,37 abitanti su 100, agli Stati Uniti con 27,02 abitanti, al Cile con 24,19. Meno rispetto al Marocco con 12,17 e alla Turchia con 11,76. E anche meno rispetto all’Unione Europea, la cui media si attesta al 9,14 abitanti.
Analizzando i dati, è evidente che qualcosa in Europa non stia funzionando. L’Unione Europea sta facendo peggio rispetto a molti altri Paesi del mondo. E l’Italia a sua volta sta facendo ancor peggio del Vecchio Continente. Insomma, se la Sicilia, in base alla quantità dei vaccini ricevuti, sta procedendo bene, non si può dire la stessa cosa per l’Italia e l’Europa, che procedono a singhiozzo nella fornitura e nella distribuzione delle dosi ai diversi distretti territoriali. Sicuramente, a livello comunitario e nazionale bisogna darsi una svegliata, e anche al più presto.