Entra nel vivo la settimana cruciale che vede come protagonista all’Ars la variazione di bilancio. Ma facciamo un piccolo passo indietro sulle attività. Mercoledì scorso si sono chiusi i termini per la presentazione dei pareri al testo espressi dalle commissioni per le parti di competenza e venerdì quelli per gli emendamenti al disegno di legge depositati in Commissione Bilancio. E proprio martedì la II Commissione, presieduta da Dario Daidone, inizierà la discussione generale della manovrina per poi passare al voto dell’articolato. Il prossimo step sarebbe poi l’incardinamento in aula.
Il governo Schifani ha annunciato che avrebbe sfoltito il testo dimezzandone gli articoli per permettere una celere approvazione a Sala d’Ercole già nel mese di agosto. Una presa di posizione inequivocabile, quella del presidente della Regione Renato Schifani, condividendo un percorso politico che guarda all’obiettivo di dare risposte immediate ai siciliani e confidando nel fatto che le forze parlamentari si trovino sulla stessa lunghezza d’onda. Un auspicio che, però, sarà difficile da concretizzare visti, da un lato, i tempi strettissimi che non consentirebbero all’aula di fare le opportune valutazioni a ridosso del ferragosto o comunque subito dopo, e dall’altro tenendo a mente il clima di discordia tra i partiti a Palazzo dei Normanni.
L’idea è quella di lavorare per raggiungere il disco verde, ma per una parte degli articoli contenuti nella manovra ter, completando il tutto nei primi giorni di settembre alla riapertura dei lavori d’aula per il voto finale.
Intanto, si preannuncia battaglia in commissione Bilancio per tanti motivi. A tenere banco sarà il caso dell’articolo 3 del disegno di legge sul riordino dei Consorzi di bonifica che è stato affossato in parlamento con il voto segreto e che ha praticamente mandato in fumo la riforma, un semaforo rosso che di fatto ha bloccato l’iter per la stabilizzazione del personale impiegato presso gli enti. Nuovi emendamenti per i lavoratori sono stati già presentati in commissione e sui quali il dibattito politico sarà duro, senza dimenticare che le norme sul perdonale hanno già avuto il parere favorevole del governo regionale e la copertura finanziaria data dallo stesso esecutivo in commissione Bilancio e votata favorevolmente.
Sul tavolo ci sono, inoltre, tantissimi argomenti di interesse regionale che riguardano i provvedimenti per l’agricoltura, per l’artigianato, per il commercio, per gli enti locali, per la formazione. Interventi che erano stati accantonati e previsti nella finanziaria di dicembre scorso con la promessa del governo Schifani che sarebbero stati approvati e finanziati con la prossima variazione di bilancio rinviando il tutto proprio alla manovra ter.
Troppe cose e tutte insieme, dunque difficilmente mercoledì la politica riuscirà a trovare una quadra sul percorso da intraprendere. Si potrebbero chiudere i lavori tra il 5 e il agosto, pensando di incardinare la manovrina la prossima settimana dando tempo per gli emendamenti e procedere poi a settembre. E’ una scommessa, ma alla base dovrà esserci un accordo in commissione Bilancio passando la palla a Dario Daidone, il quale dovrà confrontarsi sia con il governo Schifani che con il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno che fino ad oggi si è mostrato collaborativo nel portare dei risultati in tempi celeri, facendo da mediatore tra l’esecutivo e le forze politiche di maggioranza e opposizione.
Le problematiche sono tante e non attengono solo alla variazione di bilancio. Anche i rapporti tra il presidente della Regione e il presidente dell’Ars non sono distesi, visto che secondo voci di Palazzo pare che lo stesso Galvagno non sia stato invitato dal governatore siciliano alle riunioni di maggioranza. Non è quindi così facile prevedere modi e tempistiche per chiudere questa importante partita politica, così come appare difficile capire quali saranno gli articoli messi alla prova del parlamento regionale.
Insomma, le prime ore di martedì saranno concitate, ma è certo che il ruolo della commissione Bilancio avrà un peso maggiore anche per un eventuale maxiemendamento.