“Il problema delle eritrine pericolanti, e non solo di queste ovviamente – basti pensare all’albero cascato a porta Ossuna non più tardi di qualche settimana fa – deve trovare una soluzione a monte: bisogna decidere se eliminare questi alberi per piantarne di nuovi oppure se ricorrere a strumenti di sostegno per gli stessi: esistono delle “protesi”, molto utilizzate in Spagna, dove in queste cose sono all’avanguardia, che diventano anche giochi per bambini. Bisognerebbe che un’amministrazione avesse un’idea chiara del verde pubblico urbano, ma la relazione prevista dalla legge del 14 gennaio 2013, n. 10, intitolata “norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, è rimasta totalmente inevasa; d’altronde Tranchida e i suoi accoliti ci hanno abituato a infischiarsene pure dei bilanci, figuriamoci del resto”, continua.
“L’amministrazione, infatti, non ha previsto un censimento del verde, un suo consequenziale bilancio, non ha una linea strategica anzi, al contrario, ha promosso e autorizzato opere come la RSA di via Virgilio e il sottopasso di via Marsala, che eliminano 20 mila metri quadri di verde pubblico in città. Non siamo per l’approccio ideologico ma il sindaco ha il dovere di risolvere un problema che non ha affrontato in cinque anni e che mette a rischio l’incolumità e la sicurezza delle persone: deve decidere se eliminare le eritrine o se, al contrario, promuovere interventi che garantiscano la staticità degli alberi laddove le condizioni di questi non siano disperate, purché però decida e intervenga “ieri”; non si può rischiare di arrivare sempre dopo le tragedie. Cadono gli alberi, i pali della luce e ai trapanesi cadono le braccia vedendo la loro città abbandonata nella totale incuria e, peggio ancora, senza un’idea di rilancio e un progetto per proiettarla verso il futuro“, conclude.