Nel nuovo Dpcm, zona rossa nei weekend con bar e ristoranti chiusi anche in zona gialla – che sarà ‘rafforzata’ con nuovi divieti, regole, misure e restrizioni – ma nessun lockdown nazionale per fermare l’emergenza Covid in Italia.
Oggi, 10 marzo, alle 17 la cabina di regia a Palazzo Chigi si riunirà per decidere possibili nuove strette per arginare la diffusione del coronavirus.
No al lockdown nazionale quindi, Italia zona rossa nei weekend, con regole e divieti più stringenti per arginare la diffusione del virus, e zona gialla rafforzata con misure più severe. Sono queste le indicazioni del Cts per arginare i contagi di Covid e limitare l’impatto delle varianti.
Una stretta delle misure, già a partire dal prossimo weekend: zone rosse più rigide, movimenti limitati anche in zona gialla, chiusure nei fine settimana, come avvenuto durante le vacanze di Natale.
“Non fa piacere, non fa piacere affatto. Ed è terribile, pesante, triste, ma purtroppo è tardivo. Le misure drastiche servivano prima, se l’avessimo fatto sarebbe stato meglio per tutti”, è l’opinione espressa dal professor Massimo Galli, responsabile del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, all’Adnkronos Salute. Le misure più stringenti sono necessarie, ma: “Le accolgo, come tutti, con lo stesso gusto con cui mi darei martellate sugli alluci“, ha aggiunto.
Per uscire dal tunnel, serve l’accelerazione nella campagna vaccinale di cui ha parlato il premier Mario Draghi. L’obiettivo del governo è arrivare a 60 milioni di somministrazioni entro fine giugno. Le dosi per l’Italia aumenteranno nel secondo trimestre dell’anno.
L’azienda Johnson&Johnson ha ridimensionato la notizia del taglio delle dosi previste per l’Europa nel prossimo trimestre, garantendo comunque l’impegno a fornire 200 milioni di dosi all’Ue nel 2021, a partire dal secondo trimestre.
Per quanto riguarda l’Italia, filtra da Palazzo Chigi, nel periodo dall’8 marzo al 3 aprile saranno fornite complessivamente circa 6,5 milioni di dosi. Nel secondo trimestre, invece, in Italia si registrerà un netto incremento delle dosi disponibili, per un ammontare complessivo di oltre 36,8 milioni di dosi per Pfizer, AstraZeneca e Moderna.