Ha dovuto lasciare il 40% del proprio Tfr per essere assunto in Ksm e avere un posto di lavoro in un grande istituto di vigilanza che gli garantisse maggiore stabilità. Invece, dopo appena 17 mesi di servizio fuori sede e centinaia chilometri percorsi ogni giorno per raggiungere il proprio posto di lavoro, Giuseppe Romano è stato licenziato. Il suo nome fa parte dei 524 lavoratori dichiarati in esubero ai quali l’azienda sta inviando le lettere di licenziamento dopo la chiusura con esito negativo della procedura di confronto con i sindacati.
Per quanti anni ha lavorato per Ksm?
Lavoro nel settore della vigilanza privata da 15 anni. Nello specifico ho lavorato dal 2000 al 2013 presso la Sicurservizi. Dopo la chiusura di questa e dopo 3 anni di mobilità siamo stati assorbiti dalla Ksm e ho lavorato presso la stessa per 17 mesi. Il passaggio dalla Sicurservizi alla Ksm è avvenuto con l’accettazione di un accordo che prevedeva il rispetto di certe condizioni puntualmente disattese.
Quali?
L’accordo prevedeva che il passaggio avvenisse tramite la rinuncia del 40% del Tfr. Questo è stato motivato dalla sigla sindacale che ci ha seguito come condizione necessaria per l’inserimento in Ksm, senza ulteriori spiegazioni.
Anche altri lavoratori hanno dovuto fare lo stesso?
Le stesse condizioni sono state poste ad altri 31 lavoratori della Sicurservizi e la stragrande maggioranza, eccetto tre colleghi, hanno accettato lo stesso accordo.
Quali sacrifici ha fatto in questi anni per tutelare il proprio posto di lavoro?
Pur di tutelare il mio posto di lavoro in questi anni ho affrontato grossi sacrifici in termini economici, di tempo e dunque di qualità della vita. Ho viaggiato ogni giorno da Palermo a Mazara del Vallo con la mia automobile e ho dunque sostenuto le spese del carburante e dell’usura dell’auto, peraltro ho lavorato per più di 12 ore contando le ore per gli spostamenti. Inoltre, ho svolto dei servizi per i quali non ero mai stato formato in maniera adeguata.
Cosa ha provato quando le hanno detto che era stato licenziato?
Me lo hanno comunicato per telefono. La sensazione è stata di sconforto, inizialmente, e di totale abbandono, successivamente. Il non poter ricevere spiegazioni da nessuno, il non sapere il motivo per cui mi ritrovavo di nuovo senza lavoro mi ha fatto sprofondare in uno stato di profonda depressione dovuta al fatto di sentirmi beffato una seconda volta.