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A Palazzo d'Orléans

Vertice di maggioranza, Schifani convoca gli alleati e il messaggio è chiaro: stop alle divergenze

lunedì 4 Novembre 2024
Renato Schifani

Renato Schifani convoca una seduta con gli alleati a Palazzo d’Orléans. Oggi alle 15: 30 è previsto un vertice di maggioranza con i segretari regionali e i capigruppo dei partiti di centrodestra che sostengono il suo governo.

Il presidente della della Regione riunisce tutti per fare il punto su due argomenti fondamentali. Il primo riguarda la variazione di bilancio ormai approvata in tutti i suoi articoli dalla seconda commissione dell’Ars, soprattutto alla luce delle tensioni che sono maturate durante la discussione e approvazione, talvolta non facile e immediata, delle norme contenute nel ddl 809 A. Le maggiori criticità si sono abbattute principalmente sulla misura che prevede il prestito d’onore a favore degli studenti universitari e sull’intervento che stabilisce l’utilizzo delle royalties sui giacimenti petroliferi.

Il microcredito (art.24) mira a garantire il diritto allo studio degli studenti universitari, non solo siciliani, che decidano di intraprendere o continuare gli studi presso un ateneo dell’Isola, attraverso la concessione di un prestito di importo massimo pari a 10 mila euro di durata decennale e con un periodo di preammortamento non superiori a 5 anni, concesso dagli istituti bancari e di credito aderenti all’iniziativa, rispetto al quale il sostegno della Regione siciliana si sviluppa in una duplice direzione: a)corresponsione diretta degli interessi di preammortamento, su richiesta dell’Istituto che ha concesso il prestito, fino a un massimo annuo di Euro 250,00; b)costituzione di un fondo di garanzia fino a un massimo del 30 % della somma finanziata a tutela del rischio di prima perdita successivo al decorso del periodo di
preammortamento.

L’articolo 30, invece, disciplina le modalità di utilizzo delle somme versate in entrata al bilancio della Regione (pari ad un terzo dell’entrata complessiva che vede come
ulteriori destinatari anche gli enti locali per la restante parte) dai concessionari di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e di gas diversi dagli idrocarburi.

Ad opporsi sono stati alcuni deputati di maggioranza che si sono accodati al voto sfavorevole dell’opposizione e si tratta degli esponenti di Fratelli d’Italia e quelli di Mpa. Così raccontano alcuni parlamentari che hanno partecipato ai lavori. Un epilogo non molto gradito dal governatore dell’Isola che nel corso della riunione di oggi cercherà di serrare le fila e confidando negli alleati meloniani, affinché episodi come quelli accaduti nell’ultima seduta in II commissione non si verifichino a Sala d’Ercole. Il monito è uno e molto chiaro: si trovi la quadra. Nel frattempo il governo Schifani si prepara per elaborare il maxiemendamento da presentare martedì o (se non si raggiunge un accordo), al massimo mercoledì, accogliendo le richieste espresse dai singoli gruppi parlamentari componenti della commissione Bilancio per l’utilizzo dei circa 80 milioni di euro messi a disposizione da Roma per la Sicilia.

Il secondo argomento in agenda, forse quello più caldo, riguarda la riforma delle Province discutendo della possibilità di accelerare l’approvazione della norma che prevede l’elezione di primo livello, per intenderci quella diretta da parte del popolo.

All’ordine del giorno, quindi, due temi di rilievo e rispetto ai quali la maggioranza deve essere coesa, all’insegna dell’unità e del dialogo proficuo. Questo è l’auspicio del presidente Schifani che non si estende soltanto a queste due questioni, ma anche ai prossimi percorsi da portare avanti da qui fino alla fine dell’anno con un’attenzione rivolta ai ddl più importanti quali, oltre la variazione di bilancio, anche quello di Stabilità per il 2025 e la legge che prevede di far risorgere gli enti intermedi.

L’atteggiamento di FdI non proprio in sinergia con quello manifestato dai colleghi di maggioranza è emerso anche nel corso dei lavori d’aula in riferimento alla legge urbanistica. Si pensi al ritiro dell’articolo 8, ma anche al rinvio delle elezioni di secondo livello: al momento del voto alcuni rappresentati del partito di Giorgia Meloni all’Ars sono usciti fuori dall’aula. Tensioni che hanno messo in guardia il governatore siciliano, il quale adesso chiede di chiarire e far rientrare le divergenze politiche prima di approdare in parlamento per il voto alla manovrina per alcuni aspetti diversa rispetto agli indirizzi originari da parte dell’esecutivo relativamente alle dure norme sopra citate. Per il resto, solo piccoli emendamenti non particolarmente incisivi sull’interno testo del disegno di legge.

Non rimane che attendere gli sviluppi di questa riunione nelle prossime ore.

 

 

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