Appena due mesi fa denunciavamo una situazione a dir poco disastrosa nel lungomare di Barcarello, a Sferracavallo. Rifiuti, banchine e marciapiedi distrutti, pedane danneggiate e i “resti” delle piattaforme dei lidi bruciate o ridotte a cumuli di legna e ferro arrugginito.
Adesso, dopo le proteste del “Comitato Cittadino il Mare di Sferracavallo”, finalmente si muove qualcosa. A darne notizia, una nota diffusa oggi dal Comune di Palermo: «Cominceranno lunedì prossimo, 29 maggio, i lavori di manutenzione straordinaria della passeggiata lignea di via Barcarello a Sferracavallo, affidati all’Impresa Mar.Edil per un importo di circa 85.000 euro. Il lavoro è necessario per mettere in sicurezza e ripristinare la piena funzionalità ed il decoro dell’opera, oggi in pessime condizioni di conservazione. I lavori comprendono la revisione dei sistemi di appoggio in conci di tufo e travi in legno e la sostituzione del tavolato, oramai in gran parte irrecuperabile, oltre la revisione della recinzione e degli accessi al mare».
L’avviso della gara d’appalto è stato pubblicato a dicembre 2016. I lavori dovrebbero durare all’incirca 3 mesi. Ma da Palazzo delle Aquile ci tengono subito a precisare che «in considerazione dell’approssimarsi della stagione estiva, sarà richiesto all’impresa, di contenere quanto più possibile i tempi di esecuzione, al fine di rendere fruibile la passeggiata quanto prima».
La passeggiata è costituita da un deck in legno che si sviluppa parallelamente alla linea di costa per una
lunghezza di circa 600 metri e con larghezza media di 3 metri. «Il camminamento – si legge nella relazione generale dell’architetto Giovanni Sarta – è costituito da un tavolato (deck), in essenza lignea tropicale “Angelim Amargoso”, composto da doghe di sezione mm 140 x 21 ancorate alla sottostante struttura portante per mezzo di viti in acciaio. Quest’ultima è costituita da travi di abete lamellare di sezione mm 120 x 160 (poste a coltello ad un interasse medio di mm 600) appoggiate su basamenti di conci di tufo sovrapposti a secco, poggianti a loro volta sul terrapieno di cui si è fatto cenno. Sul lato del marciapiede le travi sono ancorate al cordolo in calcestruzzo di cemento armato».
Ma come mai si è arrivati fino a questo punto disastroso? La relazione evidenzia le criticità riscontrate nella struttura esistente: «Nonostante gli interventi manutentivi siano stati effettuati con periodica regolarità, si è registrata una costante accelerazione del processo di ammaloramento della struttura lignea sia degli elementi di calpestio, che della sottostante struttura portante. Si è potuto constatare infatti che gran parte delle doghe del tavolato risultano fortemente deformate, spesso non ancorate alle sottostanti travi di appoggio, tanto che molte di queste risultano pericolosamente sollevate rispetto al piano di calpestio. Un processo di ammaloramento dovuto in parte anche alla inidoneità dell’essenza scelta, non adatta a resistere in ambiente esterno scoperto e fortemente aggressivo per la vicinanza del mare».
Ma non basta, «sono state utilizzate viti inadatte a sopportare il carico indotto dagli agenti ambientali particolarmente aggressivi del luogo» e quasi tutte «risultano aggredite dall’ossidazione. Gli agenti chimici hanno aggredito e distrutto» la struttura.
Infine, i conci di tufo posti alla base portante, sono di «modesta qualità». Con l’azione di «dilavamento delle acque meteoriche e con quella indotta dalle mareggiate, un numero significativo di conci si è assottigliato e hanno indotto cedimenti nella struttura. Si prevede la sostituzione del 70% dei conci di tufo presenti».
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