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Via D’Amelio: boss sfuggiti all’ergastolo erano tornati a capo dei clan, arrestati

sabato 21 Dicembre 2019
borsellino

Due boss sfuggiti all’ergastolo per la strage di via D’Amelio – perché ingiustamente accusati dal falso pentito Vincenzo Scarantino – e usciti dal carcere, sono stati nuovamente arrestati dopo aver ripreso il comando del mandamento palermitano di Santa Maria di Gesù.

I due sono Giuseppe Urso, detto Franco, e Cosimo Vernengo, che ieri sera – come riporta il Giornale di Sicilia – sono stati condannati rispettivamente a 15 e a 14 anni.

Vernengo si trova ai domiciliari per motivi di salute. La sentenza è stata emessa della terza sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Fabrizio La Cascia, che ha accolto in gran parte le richieste dei pm della Dda Dario Scaletta e Felice De Benedittis.

Con i due boss, nel processo denominato Falco sono stati riconosciuti colpevoli anche altri 3 imputati e 3 sono stati assolti. I condannati sono Giuseppe Tinnirello, che ha avuto 5 anni, Giuseppe Confalone 2 anni e 8 mesi, e Giovanni Acquaviva un anno (a parte il primo, rispondevano tutti di favoreggiamento). Scagionati Antonino Capizzi, accusato di trasferimento fraudolento di valori come Giuseppe Ribaudo, e Gaetano Dell’Oglio, proprietario di un panificio e imputato di favoreggiamento per non avere accusato il proprio estorsore.

Trentacinque le persone originariamente messe sotto inchiesta da parte dell’ex sostituto Sergio Demontis, oggi procuratore aggiunto, e dagli altri pm Scaletta, Francesca Mazzocco e Gaspare Spedale. Molti imputati avevano scelto l’abbreviato, mentre la parte chiusa ieri era col rito ordinario.

 

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