“In relazione agli articoli pubblicati di recente sulla stampa regionale con riferimento a ville all’asta e alberghi in vendita nelle isole Eolie, va precisato che non si ritiene che tale fenomeno sia anomalo o in crescita rispetto a quanto avvenuto negli anni scorsi. Non si assiste, infatti, a manifestazioni diffuse bensì a casi sporadici le cui motivazioni sono da rintracciarsi in fatti specifici che interessano ciascun privato o ciascuna azienda o che siano in qualche modo fisiologici di un mercato che negli scorsi anni era stato in qualche modo “drogato” dagli investimenti stimolati attraverso i patti territoriali“. Così Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie.
“Gli hotel eoliani risentono da sempre di una redditività limitata e connessa ad un periodo di apertura che normalmente non supera i 6-7 mesi, sui quali dover spalmare anche quei costi fissi che producono il proprio effetto durante tutto il corso dell’anno. Ciò nonostante, il numero di strutture disponibili alla vendita e i presunti prezzi di realizzo tutto lasciano presagire fuorché il rischio di eventuali svendite.
Occorre invece precisare che il valore del patrimonio immobiliare eoliano e quello delle aziende alberghiere, a differenza di altre destinazioni turistiche, ha retto bene l’urto della pandemia mantenendo sostanzialmente invariati i propri indici. Non va, infine, sottaciuto come tali valori potrebbero progressivamente essere ulteriormente accresciuti laddove si riuscisse a pianificare e promuovere in modo organico uno sviluppo sostenibile del territorio, dove il turismo rappresenta di gran lunga il settore trainante.
Nell’assenza di pianificazione turistica pubblico-privata e quindi nella mancanza di concrete prospettive più che nella paventata crisi economica sono, pertanto, da ricercarsi i rischi connessi all’eventuale depauperamento del valore immobiliare e di quello delle strutture ricettive“.