Vincenzo Figuccia potrebbe essere inteso come un solitario della politica. Fa parte del gruppo del Udc nella maggioranza che all’Ars sostiene il governo regionale ma parla, a volte, come se fosse dell’opposizione. Come sul cosiddetto Collegato alla Finanziaria, rispetto al quale si dice totalmente in disaccordo, così come sul “percorso di questo parlamento disposto a piegarsi”. Il suo movimento Cambiamo la Sicilia ha una aspirazione “salviniana”, ma per il deputato regionale “il problema non è dove mi colloco ma la forza e la determinazione con cui porremo in essere le tematiche politiche”.
Onorevole Figuccia, lei sui vari emendamenti del Collegato alla Finanziaria che non voterà, ha parlato come se fosse dell’opposizione…
Credo che nella vita politica, nell’esperienza, nell’azione di governo e parlamento, ci siano documenti su cui fare momenti di valutazione.
Lei attribuisce delle colpe a questo governo quindi?
Io farei questa valutazione su macro tematiche. Come le liste di attesa alla sanità. L’emergenza rifiuti è stata fronteggiata? La crescita della disoccupazione, i giovani che non hanno futuro, la disoccupazione giovanile, questi sono dati su cui credo che dovremmo confrontarci. Non è una questione di colpe ma è un problema di ogni riforma che non viene realizzata.
Quindi…
Si deve iniziare a capire chi all’interno del governo ha delle responsabilità. L’obiettivo non è di fare una lista di buoni e cattivi ma di creare sviluppo per una terra che non può permettersi di tirare a campare.
Ci può parlare del suo movimento Cambiamo la Sicilia?
Noi abbiamo in questo momento strutturato un’organizzazione in cui ci sono venti sindaci. E’ un movimento che si sta organizzando in tutte le province con una visione molto meridionalista, questione praticamente scomparsa dal dibattito della politica nazionale.
Dove vede collocato il suo movimento nella politica nazionale?
Vedo la vicinanza con il movimento di Salvini perché la Lega ha il coraggio politico di alzare la voce in Europa e non solo. Ma il problema non è dove mi colloco ma la forza e la determinazione con cui porremo in essere le tematiche politiche.
Ci sembra di capire che lei a breve compierà uno strappo con il suo partito…
La mia azione politica è un continuo strappo. Perché lo strappo lo continuano a subire i siciliani. Ad ogni scontro ad ogni confronto che metto in atto è essenziale per ottenere un risultato.
Che rapporto ha con il senatore Stefano Candiani, il commissario regionale della Lega di Salvini?
Candiani l’ho sentito qualche volta. Con lui condivido vari argomenti, fra cui il pensiero di sostenere i pescatori siciliani sulle quote del tonno.
Da come parla sembrerebbe la pecora nera del suo gruppo parlamentare…
Guardi io rispondo al popolo che è il mio vero partito. Il popolo siciliano è in ginocchio e non mi sembra che emendamenti a grappolo che distribuiscono spiccioli e mance per mettere tutti d’accordo risolvano il problema. Se è vero che dobbiamo trovare delle responsabilità in questo governo, mi lasci dire che manca in parlamento quella autorevolezza a dispetto di quei capigruppo che sono disposti ad atteggiamenti servili. Ho lasciato poltrone di livello, figuriamoci se può essere altro ad indicarmi la strada di un percorso che non condivido.
Esattamente cosa non condivide?
Io non condivido il percorso di questo parlamento disposto a piegarsi a questo documento come il collegato. Questo è un modo per mettere insieme quella maggioranza raccogli ‘ciccia’ che non ha nulla a che vedere con un programma politico, che io come maggioranza ho sostenuto. Ma quando vedo che di quel programma si sono perse le tracce, ovviamente la mia posizione non può che essere critica.