Si svolgerà entro oggi l’udienza di convalida delle misure cautelari nei confronti dei sette componenti del branco, tre dei quali minorenni, che il 30 gennaio scorso sarebbero stati autori della violenza di gruppo ai danni di una 13enne avvenuta nei bagni pubblici della Villa Bellini di Catania.
Lunedì 5 febbraio si terrà , nel Palazzo di Giustizia di Catania, l’interrogatorio di garanzia, davanti al gip Carlo Umberto Cannella, dei cinque maggiorenni fermati dai Carabinieri.
Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo hanno chiesto la convalida del provvedimento e l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro degli indagati e degli arresti domiciliari per il quinto che, durante le prime fasi delle indagini, ha collaborato all’identificazione del ‘branco’ che avrebbe partecipato alle violenze.
LE INDAGINI
Sul fronte delle indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Catania, si registra l’esito delle analisi condotte sugli indumenti della vittima dello stupro. Attraverso il Dna è stato possibile identificare le tracce biologiche di uno dei minori arrestati, mentre si attende ancora l’esito della comparazione su un altro degli arrestati.
“Vi imploro, vi supplico, non mi fate del male, lasciatemi andare…“. Sono state queste le parole con le quali la 13enne violentata.
Sono stati identificati i due minorenni autori dello stupro. Il riconoscimento è avvenuto durante un confronto all’americana con i sette componenti del branco. La ragazza non è riuscita invece a identificare gli altri 5 che avrebbero fatto parte del gruppo, affermando di non averli visti in viso e di non volere accusare degli innocenti. A contribuire all’identificazione degli altri 5, oltre a uno di loro che ha collaborato con gli inquirenti, sarebbe stato anche il fidanzato della 13enne costretto ad assistere allo stupro mentre veniva tenuto fermo.
“E’ lui, uno dei due che mi hanno violentata”: non ha avuto esitazioni ed è rimasta lucida la 13enne catanese nel riconoscere il settimo fermato dai Carabinieri del comando provinciale. L’indagato è risultato essere da poco maggiorenne e quindi la sua posizione sarà trattata dalla Procura distrettuale, mentre quella per i minorenni ha un fascicolo su altri due dei sette egiziani coinvolti.
Secondo l’accusa, il neo maggiorenne sarebbe uno dei due indagati che avrebbe abusato, assieme a un minorenne, della ragazzina. La vittima ha complessivamente identificato tre componenti del ‘branco: un minorenne e un maggiorenne che l’avrebbero violentata e un altro egiziano che la bloccava impedendole di sottrarsi agli abusi. Il settimo fermato è stato sottoposto a tampone per prelevare materiale biologico da cui estrarre il Dna da confrontare con le tre tacce ematiche, seminali e salivare trovate da carabinieri del Sis di Catania negli slip della 13enne da Carabinieri della Sezione investigazioni scientifica del nucleo investigativo di Catania e analizzati dal Ris di Messina.
I primi esami hanno permesso di accertare che appartenevano alla vittima e a uno dei minorenne fermato.
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Sono due le inchiesta aperte per violenza sessuale di gruppo aggravata: quella della Procura distrettuale, il procuratore facente funzioni Agata Santonocito, l’aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo; e quella della Procura per i minorenni, diretta da Carla Santocono Sulla violenza sessuale di gruppo indagano i Carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania, in collaborazione con militari dell’Arma del nucleo Operativo della compagnia Piazza Dante e della stazione Piazza Verga.
GLI INDAGATI
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