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Tre sono minorenni

Violenza di gruppo a Catania: udienza di convalida per i sette del branco

domenica 4 Febbraio 2024

Si svolgerà entro oggi l’udienza di convalida delle misure cautelari nei confronti dei sette componenti del branco, tre dei quali minorenni, che il 30 gennaio scorso sarebbero stati autori della violenza di gruppo ai danni di una 13enne avvenuta nei bagni pubblici della Villa Bellini di Catania.

Lunedì 5 febbraio si terrà , nel Palazzo di Giustizia di Catania, l’interrogatorio di garanzia, davanti al gip Carlo Umberto Cannella, dei cinque maggiorenni fermati dai Carabinieri.

Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo hanno chiesto la convalida del provvedimento e l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro degli indagati e degli arresti domiciliari per il quinto che, durante le prime fasi delle indagini, ha collaborato all’identificazione del ‘branco’ che avrebbe partecipato alle violenze.

LE INDAGINI

Sul fronte delle indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Catania, si registra l’esito delle analisi condotte sugli indumenti della vittima dello stupro. Attraverso il Dna è stato possibile identificare le tracce biologiche di uno dei minori arrestati, mentre si attende ancora l’esito della comparazione su un altro degli arrestati.

“Vi imploro, vi supplico, non mi fate del male, lasciatemi andare…“. Sono state queste le parole con le quali la 13enne violentata.

Sono stati identificati i due minorenni autori dello stupro. Il riconoscimento è avvenuto durante un confronto all’americana con i sette componenti del branco. La ragazza non è riuscita invece a identificare gli altri 5 che avrebbero fatto parte del gruppo, affermando di non averli visti in viso e di non volere accusare degli innocenti. A contribuire all’identificazione degli altri 5, oltre a uno di loro che ha collaborato con gli inquirenti, sarebbe stato anche il fidanzato della 13enne costretto ad assistere allo stupro mentre veniva tenuto fermo.

“E’ lui, uno dei due che mi hanno violentata”: non ha avuto esitazioni ed è rimasta lucida la 13enne catanese nel riconoscere il settimo fermato dai Carabinieri del comando provinciale. L’indagato è risultato essere da poco maggiorenne e quindi la sua posizione sarà trattata dalla Procura distrettuale, mentre quella per i minorenni ha un fascicolo su altri due dei sette egiziani coinvolti.

Secondo l’accusa, il neo maggiorenne sarebbe uno dei due indagati che avrebbe abusato, assieme a un minorenne, della ragazzina. La vittima ha complessivamente identificato tre componenti del ‘branco: un minorenne e un maggiorenne che l’avrebbero violentata e un altro egiziano che la bloccava impedendole di sottrarsi agli abusi. Il settimo fermato è stato sottoposto a tampone per prelevare materiale biologico da cui estrarre il Dna da confrontare con le tre tacce ematiche, seminali e salivare trovate da carabinieri del Sis di Catania negli slip della 13enne da Carabinieri della Sezione investigazioni scientifica del nucleo investigativo di Catania e analizzati dal Ris di Messina.

I primi esami hanno permesso di accertare che appartenevano alla vittima e a uno dei minorenne fermato.

C’è una coincidenza per il terzo Dna estratto dalle tracce biologiche prelevate dagli indumenti della 13enne: è quella del settimo fermato. Per l’accusa è la conferma della sua partecipazione agli abusi commessi ai danni della ragazzina che lo ha accusato e riconosciuto nel confronto ‘all’americana’ che si è svolto alla presenza del magistrato che coordina le indagini dei Carabinieri.

Sono due le inchiesta aperte per violenza sessuale di gruppo aggravata: quella della Procura distrettuale, il procuratore facente funzioni Agata Santonocito, l’aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo; e quella della Procura per i minorenni, diretta da Carla Santocono Sulla violenza sessuale di gruppo indagano i Carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania, in collaborazione con militari dell’Arma del nucleo Operativo della compagnia Piazza Dante e della stazione Piazza Verga.

GLI INDAGATI

Due neo-maggiorenni bene inseriti: uno con un impiego nell’edilizia e un permesso di soggiorno in vista, l’altro in procinto di iniziare un tirocinio che gli avrebbe aperto le porte del mondo del lavoro e un permesso di soggiorno scuola-lavoro già autorizzato. Entrambi vengono dall’Egitto, entrambi continuano ad avere rapporti con le famiglie di origine.

Sono i ritratti di due dei sette ragazzi egiziani fermati con l’accusa di avere violentato una 13enne a Catania.
I due hanno da poco compiuto 18 anni e non avrebbero partecipato materialmente agli abusi, ma avrebbero assistito senza impedire la violenza. Sotto choc gli operatori della comunità in cui alloggiano.

“Non avevamo alcun motivo di sospettare che potessero fare azioni del genere”, dicono. Uno dei due il pomeriggio dello stupro, avvenuto a Villa Bellini, nel centro di Catania, ha raccontato quanto era accaduto ed è stato accompagnato dall’operatore della comunità alloggio in cui viveva dai carabinieri. Avrebbe fornito agli inquirenti elementi utili a ricostruire i fatti, una collaborazione che gli ha fatto ottenere i domiciliari.

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