“Affrontiamo il tema della violenza di genere ben consapevoli della sua estrema gravità. Sappiamo che è una prerogativa assoluta, una battaglia di civiltà. Accettiamo questa sfida coscienti dell’elevata professionalità che le varie articolazioni dell’Amministrazione della pubblica sicurezza hanno maturato in questi anni“. Lo afferma il capo della polizia, Lamberto Giannini, nella brochure distribuita nell’ambito del progetto ‘Questo non è amore‘ contro la violenza di genere sottolineando che “la sfida più grande che ci è attende“, è “convincere ogni singola vittima, oggetto di violenza, ad uscire dal silenzio“.
All’iniziativa, in corso a Catania, partecipano la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il direttore centrale dell’Anticrimine della polizia, Francesco Messina.
“Sapere di poter contare su poliziotti capaci – osserva Giannini – che ogni giorno accolgono le vittime con umanità, sapere di poter contare sul loro profondo senso del dovere, mi consente, infatti, di poter guardare negli occhi ogni singola donna, vittima di violenza, e di poterle dire: ‘non sei sola’. Vorrei fosse questo il messaggio da veicolare con questa pubblicazione, ben consapevole che le mie parole si traducono, ogni giorno, tanto in azione di contrasto, quanto in quella di prevenzione. È proprio nella preventiva analisi di ogni sintomo o segnale di criticità in materia di violenza di genere, che – dice il capo della polizia – deve incentrarsi l’azione delle Forze di Polizia. In questa fase, infatti, i Questori sono al centro di un contesto multi-attoriale in cui esercitano le loro attribuzioni e le loro prerogative esclusive per neutralizzare una minaccia che ogni giorno si manifesta in modo infido tra le mura domestiche; proprio in quel luogo dove invece dovremmo sentirci più protetti. In questi anni abbiamo investito massicciamente nella formazione degli uomini e delle donne della Polizia, da ogni punto di vista, permettendo all’azione del law enforcement di avvalersi di un apparato di “professionisti in divisa” in grado di fronteggiare il fenomeno, sia in chiave preventiva che in chiave repressiva“.
“Sono stati offerti spunti importanti per affrontare meglio il problema della violenza contro le donne. Quello che è importante ed è il messaggio che voglio dare per noi della Polizia di Stato e per tutti quelli che si impegnano e per le vittime che non devono mai vergognarsi. E’ importante avere delle norme adeguate, ma avere anche una grandissima formazione professionale. Chi denuncia deve sentirsi sicuro e al riparo dalla violenza e dai pregiudizi. Serve continuare a lavorare perché la denuncia diventi un fatto normale: fare sì che le persone parlino, perché avranno risposte”, chiosa.