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La situazione

Viticoltura tra crisi climatica e innovazione in Sicilia, con il nuovo anno si riusciranno a superare le criticità del comparto?

venerdì 28 Marzo 2025
Viticoltura

Il 2025 si apre tra luci e ombre per il settore vinicolo. Il legame tra un vino e il territorio in cui viene prodotta, trasformata e preparata la sua uva, è alla base delle indicazioni di origine. E se parliamo della Sicilia e della crisi climatica che ha affrontato nell’ultimo periodo, viene da se pensare che si tratti di un settore a rischio.

La stagione di potatura delle viti è appena iniziata nei vigneti della Sicilia occidentale, inaugurando in questo modo una fase cruciale per la produzione vinicola del 2025. In un contesto reso complesso da siccità e attacchi fungini, il settore vitivinicolo punta sulla formazione dei produttori e su una gestione accurata delle piante per migliorare la qualità delle uve.

La potatura che è stata avviata nei mesi invernali, rappresenta un momento determinante per la salute e soprattutto per la resa delle viti. In cosa? La potatura, infatti, mira a ottimizzare il taglio, riducendo il rischio di malattie e migliorando la vitalità delle piante.

Secondo i tecnici, tagli precisi e meno invasivi sono essenziali per preservare il legno sano e garantire il flusso di nutrienti verso i grappoli, soprattutto in un periodo come questo per la nostra Isola che è ed è stato caratterizzato da scarsità di acqua. L’obiettivo è favorire, quindi, non solo una crescita equilibrata e resiliente, ma allo stesso tempo ridurre ai minimi livelli il rischio di stress idrico e danni climatici alla pianta.

Nel tempo, la maggior parte delle regioni che producono vino di alta qualità, ha sviluppato un equilibrio tra i fattori ambientali e sociali per produrre vini con uno stile e un carattere unici, ovvero il terreno di quella regione. Di tutti i fattori il clima è spesso considerato il più importante per la produttività e la qualità viticola.

Infatti, il clima di base determina in larga misura le varietà di uva che possono essere coltivate e i vini che possono essere prodotti all’interno di una regione. Pertanto, la distribuzione globale della viticoltura di alta qualità è fortemente determinata dalle condizioni climatiche e la maggior parte delle principali regioni vinicole si trova all’interno delle isoterme della stagione di crescita di 12 e 22 °C. A causa di questa forte dipendenza da condizioni climatiche specifiche, il cambiamento climatico rappresenta una grave minaccia per l’industria vinicola globale che ha già causato cambiamenti di idoneità e alterato la qualità del prodotto in molte regioni, anche italiane.

La vendemmia 2024 in Sicilia si è conclusa con una riduzione significativa nei volumi, la produzione dell’isola ha registrato un calo del 20%, che sommato a quello dell’anno precedente porta a una flessione complessiva del 55%. Tutto sommato, però, possiamo dire che si tratta di un anno segnato anche dall’innovazione e della capacità dei vitivinicoltori nel dare risposte efficaci con l’adozione di tecniche agronomiche in grado di governare la crisi idrica.

Una vendemmia che sarà ricordata, se non per la quantità, per l’eccellenza qualitativa, per la resilienza di alcuni vitigni autoctoni e alloctoni e per la straordinaria varietà che contraddistingue la vitivinicoltura siciliana. La produzione vitivinicola dell’anno che si è conclusa testimonia la capacità dei produttori siciliani di saper interpretare il territorio e la sua vocazione, di essere in linea con i nuovi modelli di consumo.

L’83% delle cantine in Sicilia produce vini DOC ed il 18% produce vini DOCG. Questo evidenzia l’attenzione delle imprese nel produrre vini di qualità, con un forte ancoraggio al territorio ed alla tradizione, ma anche il desiderio di voler puntare all’eccellenza enologica nella regione. Nel dettaglio della tipologia dei vini riguarda la produzione di vini spumanti (55.6%), così come la percentuale di imprese (53.7%) che producono vini dessert, inoltre, il 56.5 % delle imprese ha già acquisito delle certificazioni di sostenibilità e un 65% delle imprese ha investito nell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili.

Oggi, il turismo del vino in Sicilia è in costante fermento ed evoluzione, e rappresenta un mezzo esclusivo per raccontare il territorio e il nostro patrimonio vitivinicolo. La Sicilia è una wine destination ideale e unica perché racchiude una straordinaria storia, un patrimonio storico-archeologico e una diversità di territori da raccontare. Il vino, con il suo valore simbolico e culturale, si rivela un ambasciatore del territorio e uno strumento privilegiato in grado di racchiudere storie, produttori, territori. Investire nell’enoturismo di qualità significa avere un piano strategico dove accanto alla qualità produttiva ci sia un’accoglienza che punti su un’ offerta diversificata e sul coinvolgimento dell’intero territorio. Solo così l’enoturismo può supportare la produzione vitivinicola e le nostra cantine.

Quindi, possiamo dire che il 2025 rappresenta una sfida importante. Gli ultimi anni hanno imposto un cambio di rotta, il 2024 è stato segnato dalla siccità, il 2023 ha visto gravi attacchi di peronospora.

Con un calo nei volumi prodotti, l’attenzione si sposta sulla selezione della qualità. La viticoltura siciliana punta a superare le difficoltà con tecniche innovative, formazione specializzata e un impegno costante per la qualità.

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