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Dall’ascolto multi sensoriale di un luogo unico che conserva storie stratificate come l’ex Monte dei Pegni, nasce la mostra”Voce del verbo avere“, dell’artista Marzia Migliora, in esposizione a Palazzo Branciforte fino al 4 novembre.
Detto anche Monte dei Panni, il deposito del Monte di Pietà si snoda in un intricato labirinto di stanze con strutture lignee a tutta altezza, composte da scaffalature dove venivano alloggiati i beni impegnati. Per circa due secoli persone in stato d’indigenza vi hanno depositato doti, corredi e oggetti personali in cambio di poche monete, per poi cercare di tornare a riscattarli.
Oggi il luogo, in un ideale collegamento con il presente, accoglie in forme d’arte la riflessione politica e sociale sulla condizione attuale dell’uomo.
Voce del verbo avere è l’ideale prosecuzione della personale di Marzia Migliora dal titolo Velme, realizzata nel 2017 dalla Fondazione Merz a Ca’ Rezzonico a Venezia, da cui l’artista ha estratto l’opera “La fabbrica illuminata” che accoglie il visitatore.
Il percorso espositivo comprende anche tre opere inedite site specific: “Voce del verbo avere”, “Pane di bocca” e “L’arte della fame”, un’ipnotica giostra che cattura lo spettatore.
Tutte prendono avvio dal concetto di economia, a partire dalla scomposizione etimologica del termine in oikos (casa, intesa come famiglia, beni e comunità) e nomos (regola).
I due termini rappresentano l’elemento concettuale comune in ogni opera realizzata insieme alle tematiche del denaro, del cibo e della fame: l’ambiguità del denaro, che da un lato affranca dall’essere schiavo, ma dall’altro istituisce nuove schiavitù, costituisce un concetto fondamentale nell’opera della Migliora.
La mostra, a cura di Valentina Bruschi e Beatrice Merz, realizzata in collaborazione con Fondazione Sicilia fa parte delle iniziative di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 e si inserisce in Punte brillanti di lance, un programma di mostre e eventi avviato nel 2017 dalla Fondazione Merz per il capoluogo siciliano.