Il 3 marzo si avvicina e le primarie del Partito Democratico avanzano a grandi passi. Se proprio devi tagliare delle teste, meglio farlo subito per evitare stillicidi e rendere più sicuro chi invece rimarrà. Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd, questo lo sa bene e se dovesse essere il prossimo sherpa dei Dem non è detto che Davide Faraone venga riconfermato.
“Un vulnus che divide“, così il governatore della Regione Lazio, a Catania per una delle tappe del suo tour elettorale “Piazza grande”, ha definito la situazione politica del partito in Sicilia e la gestione attuale. Non fa nomi, ma il riferimento alle polemiche che hanno investito il luogotenente renziano appare più che evidente.
Un giornalista, infatti, gli ha chiesto come potrebbe ricomporre le fila del partito siciliano qualora venisse eletto segretario nazionale. “Io credo – ha detto Zingaretti – che tutti sappiano che quello che è accaduto in Sicilia in qualche modo è un vulnus che divide. Quindi in un modo o nell’altro bisognerà tornare ad una riapertura di un dibattito e ristabilire i processi democratici di selezione della classe politica. Su questo non c’è dubbio”.