Il miele siciliano è sicuro, non contiene pesticidi e metalli pesanti. E’ quanto emerso dai risultati delle analisi di laboratorio contenuti in un piano di monitoraggio regionale, effettuato dall’Istituto zooprofilattico siciliano e concordato con l’assessorato alla Salute.
“Nei tanti campioni esaminati non è emersa alcuna sostanza nociva, in alcuni solo una presenza molto bassa di pesticidi e metalli pesanti”, spiega Antonio Vella, dirigente responsabile del laboratorio Residui dell’area Chimica e Tecnologie alimentari dell’Izs.
Il piano di monitoraggio nasce dalla considerazione che l’inquinamento può essere valutato sia con metodologie strumentali, sia attraverso bioindicatori animali e vegetali: in quest’ambito l’ape è un sensore viaggiante, riveste in Italia da più di vent’anni un ruolo primario ed è considerata un ottimo bioindicatore. Volando e impollinando i fiori, infatti, l’ape può prelevare sostanze inquinanti, si contamina a sua volta e torna nella sua nicchia, diventando un possibile campione da sottoporre alle analisi di laboratorio.
In Sicilia (monitorate aree rappresentative delle nove province e delle Isole minori) su un totale di 619 esami e 330 campioni – distinti in 110 tipi di api, 130 di miele e 90 di favo-covata, prelevati da 80 centraline – solo 4 esami sono risultati positivi ai pesticidi (neonicotinoidi), nei limiti comunque consentiti dalla legge, mentre 41 esami hanno rilevato la presenza di tracce di metalli pesanti (piombo e cadmio) negli alveari installati in prossimità delle aree industriali di Gela, Priolo e Milazzo, e di insediamenti urbani molto popolosi (Palermo e Agrigento); inoltre, 476 esami sono risultati negativi, 102 invece non eseguibili.