Può diventare arte ciò che ci circonda, anzi questo modo di intenderla tende a manifestarsi ancora di più con la bella stagione, quando l’estate appunto illumina e dà una veste singolare alle bellezze naturalistiche del nostro territorio. Questo vale soprattutto per tutti gli artisti dediti alla ricerca costante di suggestioni e percezioni, che derivano dall’ambiente circostante. Tra questi, in particolare Giacomo Rizzo, noto scultore palermitano, dopo avere concluso la sua esperienza ad Ustica, come guest artist nella residenza artistica, curata da Chiara Modìca Donà Delle Rose, nell’ambito della rassegna “Ustica Villaggio Letterario”, con la “cittadina di tipo saraceno, pittoresca e piena di colore” (così Antonio Gramsci definiva Ustica) ha instaurato un “dialogo di sensazioni”.
Ne è nato, in sostanza, un progetto artistico, ancora in fase di realizzazione, in collaborazione con il Polo Museale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo e il villaggio Punta Spalmatore, che prevede singolari operazioni creative, che già preannunciano l’originalità dell’artista.
Abbiamo intervistato l’artista.
– Conclusa la recente residenza artistica, inizia per lei un altro progetto all’insegna dell’arte e c’è ancora Ustica
“Sì, in pratica la residenza artistica, una volta conclusa, ha determinato il mio ulteriore soggiorno ad Ustica. Qui ho fatto diversi sopralluoghi nei posti più suggestivi, che mi hanno ispirato nell’intraprendere una nuova opera”.
– Tutto sembra derivare dall’ambiente che la circonda
“Lo spazio e, in particolare, la natura è per me fonte di suggestioni, scoperta ed elaborazione. In generale, da diverso tempo il mio lavoro si concentra nella ricerca di tutti gli elementi naturali ed organici. In tal senso attuo nell’ambito della lavorazione artistica anche una serie di operazioni su materiale roccioso, che viene da me decodificato ed elaborato. Creo delle pelli, attraverso materiale siliconico, la sindone – si può dire – degli elementi dei luoghi che denotano delle caratteristiche particolari e che raccontano storie legate al mito, al sacro o hanno anche una loro tipica espressione legata alla morfologia e alla struttura. Qui ad Ustica sto lavorando in contesti diversi, da cui trarrò elementi a loro volta variegati, che uniti creeranno un’unica grande opera. Il concetto è, quello di “strappare” l’’anima dei luoghi”.
– Cosa nello specifico, per quanto riguarda Ustica?
“Il mio lavoro è orientato su due operazioni: la prima quella di creare un grande arazzo, dove verranno “cucite” le essenze, i frammenti di Ustica con il risultato di un’opera unitaria. La seconda, che sarà successiva e consequenziale, prevede invece la creazione di opere a tutto tondo di carattere monumentale, che verranno realizzate rielaborando le matrici già utilizzate. In pratica userò, quindi, i negativi per l’arazzo e i positivi per creare delle sculture”.
– Cosa le raccontano questi luoghi?
“Mi dicono e mi ispirano tanto, sono luoghi ricchi di significati e dove non soltanto prevale il fattore estetico, ma soprattutto quello antropologico e sociale”.
– Attendiamo con impazienza di vedere queste creazioni
“Non appena saranno ultimate ci sarà una mostra a Palermo. Tempi e data sono chiaramente ancora da stabilire e coordinare, ma la sede sarà il Museo Riso”.