Giri. Spesso interminabili. Che solo a volte, non sempre però, fanno rumore. E la differenza nelle scelte. La politica ha le sue regole. Qualche volte private.
Nell’universo delle candidature alle Politiche dei 5stelle spicca per curiosità e varietà eterogenea la storia di Vittoria Casa (candidata pentastellata nell’uninominale di Bagheria) che vanta un passato di assessore alle Politiche sociali in una giunta variopinta con all’interno i Dem e spruzzate di centrodestra (c’erano l’Udc, i finiani di Futuro e Libertà e parte del Pd) guidata all’epoca da Vincenzo Lo Meo. Aveva fatto in tempo ad assistere a una profonda spaccatura all’interno del Partito democratico, da cui origina la sua storica provenienza.
Nel 2012 si dimette dalla giunta a causa di una legge regionale che prevedeva l’incompatibilità tra consiglieri e assessori per parentele sino al secondo grado (era cognata del consigliere di Democratici x Bagheria – in pratica anch’egli Pd – Antonio Chiello, avendone quest’ultimo sposato la sorella).
Vittoria Casa è stata nel 2008 Segretaria del PD di Bagheria, diventando di fatto la prima dirigente del partito a livello locale. Il regolamento dell’Associazione Rousseau prevede che tra i requisiti il candidato per il plurinominale o per l’uninominale “non dovrà aver mai partecipato a elezioni di qualsiasi livello, né aver svolto un mandato elettorale o ricoperto ruoli di amministratore e/o componente di giunta o governo, con forze politiche diverse dal Movimento 5 Stelle a far data dal 4 ottobre 2009″.
Ma a Bagheria quello degli ex Pd folgorati sulla via grillina è una pratica abbastanza diffusa, visto che fra gli assessori del sindaco 5 Stelle Patrizio Cinque figura, fra gli altri, Maria Laura Maggiore, con delega al bilancio, che nel 2011 era segretaria cittadina del Partito Democratico. E proprio in quello stesso anno, l’allora segretaria Pd oggi assessora grillina sponsorizzava la candidatura a sindaco per il Pd proprio di Vittoria Casa. Candidatura, poi sfumata a causa di contrasti interni ai Dem. Insomma, coincidenze un po’ troppo coincidenti…
Peraltro, secondo le regole decise dal M5s per le candidature 2018, è il capo politico Di Maio a esercitare potere discrezionale sui nomi in lista nei collegi uninominali. Regole, che, evidentemente, valgono come i titoli nobiliari nell’Italia repubblicana.