Non ci sono ancora i nomi degli artisti che prenderanno parte a Manifesta 12, la biennale itinerante di arte contemporanea che nel 2018, dal 16 giugno al 4 novembre, risiederà a Palermo.
Alla presentazione che si svolta ai Cantieri Culturali della Zisa, alla presenza della direttrice Hedwig Fijen, del sindaco Leoluca Orlando e dell’Assessore alla Cultura, Andrea Cusumano, è stato reso noto il concept della manifestazione, dal titolo “Il giardino Planetario. Coltivare la coesistenza“, dopo l’annuncio ufficiale nei giorni scorsi a Roma.
Il progetto consta di quattro sezioni, ognuna delle quali si concentrerà sui temi chiave: “Garden of Flows“, “Out of Control Room“, “City on Stage” e “Teatro Garibaldi“, il quartier generale di Manifesta 12, che in questi mesi ha proposto, e continua a farlo, il programma culturale pre-biennale “Aspettando Manifesta 12“.
“Manifesta 12 non sarà l’anno zero o l’anno mille della città di Palermo – ha dichiarato il sindaco Orlando – sarà solamente l’occasione per gettare dei semi e potare alcune realtà; un’opportunità per la città di cambiare e proiettarsi nel migliore dei modi al futuro, un’occasione per la stessa biennale per sperimentare un nuovo metodo di lavoro“.
Finora, infatti, Manifesta ha sempre definito programmi prettamente legati al mondo dell’arte contemporanea mentre la scelta del capoluogo siciliano, “continente liquido con particolari caratteristiche“, così come lo ha definito Orlando, ha spinto gli organizzatori della biennale ad incaricare, per la prima volta, un gruppo interdisciplinare di specialisti nel team curatoriale.
Bregtje van der Haak, una rinomata giornalista e cineasta olandese; Andrés Jaque, un architetto spagnolo, fondatore dell’Ufficio per l’innovazione politica e visiting professor a Princeton; Ippolito Pestellini Laparelli è un architetto e partner di OMA; Mirjam Varadinis, curatrice svizzera di arte contemporanea al Kunsthaus di Zurigo.Inseriti nel programma ufficiale della biennale ci saranno i “Parcours” che puntano a coinvolgere il pubblico locale e internazionale alla scoperta del patrimonio materiale e immateriale di Palermo.
I visitatori avranno la possibilità di godere di un percorso accessibile e percorribile che può essere completato in poche ore o avventurarsi nella città per esplorare alcuni dei progetti in modo molto approfondito, in particolar modo quelli localizzati in quartieri periferici, volti a creare un reale impatto nella città anche dopo la fine della manifestazione.
Fra questi, a desempio, la zona di Acqua dei Corsari e il quartiere Zen.
“L’organizzazione tematica e geografica di Manifesta 12 – sottolineano i Creative Mediator – si intreccia, generando un viaggio attraverso la città, come una sezione attraverso la sua anatomia: dalle aree degradate del centro storico, fino all’utopia fallita della periferia; dalla gloriosa storia dei suoi giardini alla sua costa negletta e tossica”.
Questo modello curatoriale è stato necessario per capire come decodificare Palermo in tutte le sue complessità e amplificare le energie della città attraverso metodi innovativi e sperimentali. Ciascuno dei Creative Mediator ha utilizzato le rispettive competenze e il proprio background per contribuire al programma biennale.
Ciò sarà evidente attraverso la diversità dei progetti di Manifesta 12, che si estenderà, oltre all’arte contemporanea, dall’architettura al design dello spazio pubblico, dalla scienza alla geografia, dalla cultura del cibo al cinema, dall’antropologia allo storytelling.
I dettagli dei progetti verranno comunicati nei prossimi mesi insieme ai nomi degli artisti internazionali che prenderanno parte alla biennale.