Luigi Di Maio assediato dalle polemiche dopo la sonora sconfitta di ieri alle regionali dell’Umbria. Sotto accusa è in generale la linea politica del Movimento imposta questa estate da Beppe Grillo e cioè l’alleanza con il Partito democratico (che da molti è vista come sudditanza) che ha portato alla nascita del governo Conte bis.
Durissimo l’affondo del senatore Gianluigi Paragone, che in un video si scaglia contro la gestione del movimento: “Per il M5S – dice Paragone – è stata “una disfatta”, dovuta alla mancanza di “coerenza e linearità” dovuta all’accordo con il Pd e all’aver scelto quale candidato governatore un uomo “vicino a Forza Italia”: “Se pensate che sia limitata all’Umbria…”. Paragone dice che l’aver perso l’Umbria è incredibile proprio dopo che il Movimento 5 Stelle “aveva sollevato lo scandalo sanitopoli e rivelato il sitema del Pd” ma se la prende anche con Giuseppe Conte, definendo “preoccupante” la vicenda scoperta dal Financial Times.
Ancora più duro è un altro senatore grillino, il siciliano Mario Michele Giarrusso: “Ogni volta che un attivista vede uno Spatafora, un Buffagni o una Castelli – scrive su Facebook – viene colto da conati di vomito e fugge via disgustato. Dobbiamo dire basta a questi frutti avvelenati ed a chi li ha coltivati, sostenuti e difesi”.
E poi l’affondo finale di Giarrusso: “Questo non è il Movimento 5 Stelle per cui abbiamo lavorato tanti anni e con tanta fatica”.
Domenica notte, dopo i primi dati diffusi sull’esito delle elezioni umbre, il Movimento 5 Stelle era uscito con una nota su Facebook, nella quale si diceva che sostanzialmente era necessario tornare ad essere alternativi a centrodestra e centrosinistra, ma non indicando in che modo.
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