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Crisi Sale Cinematografiche, Ueci: “Decreto Finestre Franceschini duro colpo, è un favore ai Broadcaster”

martedì 29 Marzo 2022

Il decreto Finestre Franceschini è l’ennesimo schiaffo alla Sala Cinematografica. Le Sale oltre ad essere la categoria più colpita durante la pandemia e anche dopo la fine dello stato di emergenza con ancora l’obbligo del green pass e la mascherina obbligatoria“. A dichiararlo è Manuele Ilari presidente Ueci Unione Esercenti Cinematografici Italiani.

Oggi il Ministro Franceschini annuncia un decreto finestre di soli 90 giorni, addirittura peggiorativo di quello del Ministro Bonisoli che prevedeva 105 giorni. Una decisione che ci vede totalmente contrari e che è lontanissima dalla necessaria tutela del Cinema e delle Sale prevista da altri Paesi Europei. Ci basti guardare la Francia dove le finestre sono obbligatorie per un periodo non inferiore a 12 mesi. Siamo in Europa solo quando ci fa comodo?

Questo il Governo lo deve spiegare alle migliaia di aziende che hanno investito i loro patrimoni negli immobili che a causa di questo decreto killer rischia di far chiudere definitivamente le sale cinematografiche con una perdita di diverse migliaia di posti occupazionali. Anche a seguito dei tavoli di confronto e apertura non ci aspettavamo un decreto che è un vantaggio ai Broadcaster e alle imprese straniere che colpiscono la nostra economia e il nostro tessuto sociale solo a vantaggio del profitto. Forse al Ministro neanche questa maledetta guerra ha fatto cambiare idea sulla necessità di valorizzare il cinema vero, quello delle sale con il tessuto delle imprese italiane come gli esercenti cinematografici il tessuto delle sale nei territori. Esercenti peraltro appunto colpiti anche dal caro energia“.

Siamo imprese Italiane e dobbiamo essere tutelate dallo Stato e dai parlamentari che abbiamo eletto e questo Decreto è bene ribadirlo è invece contrario al nostro modello culturale europeo delle sale cinematografiche e delle città come luoghi sociali, e il solito ‘favore’ alle televisioni e alle Conpagnie straniere, con l’idea del cittadino consumatore individuale chiuso dentro casa“.

“Un grave errore – conclude il predidente Ueci Unione Esercenti Cinematografici Italiani –. Peccato. Per quanto ci riguarda faremo il possibile in tutte le sedi per ripristinare almeno il Decreto Bonisoli e chiedere con forza una norma per le finestre di sfruttamento sia per i prodotti italiani che stranieri in linea con quella Europea e Francese“.

Infine, Eugenio Siviglia, presidente regionale UECI Sicilia dichiara inopportuno ridurre le finestre a 90 giorni meno del decreto Boninsoli: “Si tratta di una decisione non solo scandalosa per un settore fortemente in crisi come quello del cinema, ma anche mortificante per gli esercenti stessi”. Siviglia auspica ad un cambio di decisione da parte del Ministero: “E’ urgente definire le finestre anche per i film internazionali, oltre che per quelli italiani. Bisogna adeguarsi subito alla linea Europea, se in Europa siamo“.

 

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