Annunciano iniziative di lotta e cancellazioni dai sindacati alcuni lavoratori part time di Poste Italiane che in Sicilia sono circa 800. Una dichiarazione di guerra nei confronti non solo dell’azienda, ma anche delle organizzazioni di categoria. Al centro della questione l’accordo triennale sulle politiche attive siglato lo scorso 13 giugno, che per quest’anno prevede il passaggio al full time di sole 38 unità. Un numero di trasformazioni contrattuali davvero ridotto in relazione alle 1.126 che l’azienda si appresta a fare in tutta Italia. L’Isola, infatti, risulterebbe danneggiata rispetto ad altre Regioni. Per questo ieri sera una parte di loro, costituitasi nel comitato #FullTimeSubito, si è riunita in assemblea a Palermo.
Si tratta nella maggior parte dei casi di figli di dipendenti assunti alcuni anni fa grazie ad accordi di esodo volontario. Lavoratori entrati in giovane età e che oggi si spettano un contratto a tempo pieno e quindi uno stipendio più alto. “Siamo felici per le numerosissime adesioni al nostro comitato, oltre ogni aspettativa, segnale tangibile di un problema reale. Abbiamo, per questo motivo, deciso di passare dalle parole ai fatti, per testimoniare ad istituzioni, azienda e sindacati la nostra assoluta contrarietà nei confronti di questo accordo, troppo penalizzante per i lavoratori siciliani e per la qualità dei servizi erogati nell’Isola”. E’ quanto si legge in una nota ufficiale diramata agli organi di stampa.
I lavoratori reclamano l’intervento della politica, che già ha risposto sia all’Ars che in Parlamento con ordini del giorni ed interrogazioni sul caso, e chiedono a Poste Italiane di fare un passo indietro e andare incontro alle loro richieste. “Stiamo provvedendo ad inviare un documento ufficiale per chiedere di essere convocati dalle istituzioni nazionali e regionali e per chiedere all’azienda di rivedere al rialzo i numeri previsti per la Sicilia. Procederemo a cancellature collettive ed in blocco da tutte le sigle sindacali, perché non ci sentiamo più rappresentati dai sindacati che avrebbero dovuto opporsi ad un accordo così mortificante per la Sicilia e perché vogliamo dare un segnale di protesta”.
A tal proposito puntano ad una mobilitazione condivisa in favore della loro causa. “Anzi lanciamo un accorato appello a tutti i colleghi, anche full time, affinché possano sostenere le nostre azioni di protesta, facendo la stessa cosa. Ci asterremo dalle prestazioni straordinarie per evidenziare le carenze di personale in Sicilia. Contestualmente abbiamo provveduto a lanciare una petizione on line per sensibilizzare anche l’opinione pubblica e chiedere il supporto di tutti”.