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A Palermo un seminario sulla storia della Seconda guerra mondiale da un punto di vista inedito, ovvero, il contributo di illustri siciliani che vissero da protagonisti gli eventi bellici.
Il dovere della memoria, dunque, quale patrimonio della collettività e identità siciliana. Infatti, basta fare una passeggiata tra i vicoli di Palermo per vedere che ancora conserva, a distanza di 70 anni, le ferite lasciate dai bombardamenti.
“Vogliamo mettere in luce le storie mai conosciute di tante vite e tante realtà dei cosiddetti pionieri e illustri tecnici e aviatori siciliani dimenticati. Questo per ricordare e studiare la storia attraverso la vita delle persone – afferma Alberto Giampino, psicologo della Gestalt e organizzatore dell’evento – Da qui è stata elaborata l’idea progettuale di realizzare un museo diffuso che raccolga le testimonianze storiche della seconda guerra mondiale in Sicilia e in particolare a Palermo“.
“Poco più di ventiquattro ore dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia a Francia e Gran Bretagna la RAF (Royal Air Force) britannica effettuò il primo bombardamento aereo sul territorio italiano – afferma Wil Rothier cultore di storia contemporanea – A Palermo le prime bombe caddero il 23 giugno del 1940, nel 1943 i bombardamenti sulla città si intensificarono. Anche dopo la liberazione di Palermo del 22 luglio la città subì dei bombardamenti, questa volta non da parte degli Alleati, bensì da parte della Luftwaffe tedesca e dalla stessa Regia aeronautica. In totale dal 23 giugno 1940 al 23 agosto 1943 Palermo subì ben settanta bombardamenti aerei da quasi tutte le aeronautiche impegnate in Europa, compresa la stessa Regia Aeronautica”.
“A Palermo c’era una certa vitalità del mondo ebraico che subì le prime restrizioni nel 1938 con la promulgazione delle legge Razziali – afferma Francesco Bonanno professore di Ebraico biblico – Officine di studi medievali – questo comportò che alcuni professori universitari non poterono più insegnare, vennero privati dei loro beni mobiliari e immobiliari, motivo per il quale molti se ne andarono per cercare di realizzarsi altrove. La situazione peggiorò nel 1940, perchè alcuni di loro non erano italiani e quindi venivano considerati nemici per questo andarono in carcere o trasferiti nei campi di concentramento“.
“In cantiere abbiamo l’idea progettuale di realizzare un museo che raccoglie le testimonianze storiche della seconda guerra mondiale, realizzando un percorso che possa raccontare gli eventi bellici e la storia di chi ha vissuto questo dramma -afferma Giuseppe Pellitteri professore di Progettazione ed Architettura urbana dell’Università di Palermo che aggiunge – Per il momento l’idea è quella di partire da quello che il nostro territorio ci offre per poi eventualmente estendere la cosa alle altre nazioni che in qualche modo hanno avuto un ruolo durante la seconda guerra mondiale, creando in questo modo una rete museale“.
“Ritengo sia necessario sviluppare l’idea che vada a promuovere la costruzione di un museo diffuso – afferma il dottore Francesco Melodia che si occupa, in questo caso, di iniziative di sviluppo territoriale – per valorizzare sia la memoria vivente di quello che è stato, ma che divenga anche un catalizzatore per sviluppare l’attrattività turistica, perchè Palermo con la sua storia si può considerare come un museo a cielo aperto, perchè le testimonianze dei bombardamenti del 1943 sono senz’altro l’occasione per sviluppare il senso di comunità“.
“Mio padre, Salvatore Lauricella, aviere della Regia Aeronautica, diede il suo contributo alla patria durante le operazioni belliche in nord Africa afferma il dottore Nicola Lauricella – ex gestore Parco ornitologico Villa d’Orleans che dice – Un siciliano eccellente, che tornato dalla guerra si immerse nella sua prima passione giovanile l’ornitologia in una Palermo postbellica. Il primo Presidente della Regione Siciliana, Giuseppe Alessi, gli propose di gestire quello che divenne uno dei parchi ornitologici più belli e ricchi di varietà di razze di volatili d’Europa, Villa d’Orleans”.
Tra gli altri sono intervenuti la dottoressa Antonella Tirrito che ha parlato dei percorsi museali bellici a Palermo e l’idea di un museo sulla seconda guerra mondiale tra edifici bellici e civili nella Palermo della seconda guerra mondiale; il professore Silvano Riggio riguardo la fauna e la flora a Palermo con cenni su mare e foce dell’Oreto; il professore Salvatore Amoroso che ha parlato dell’aspirazione dell’uomo al volo nel tempo e tecnici piloti siciliani tra il 1940 ed il 1943 con riferimento a Salvatore Lauricella.