Palermo-Trapani da una parte e Catania-Comiso dall’altra.
Un asset unico con due diramazioni, e comunque due soli bracci operativi per gestire gli aeroporti siciliani. Questa, l’idea del governo regionale con Nello Musumeci che lunedì a Catania ha incontrato i rappresentanti degli scali dell’Isola. Qualcosa di più di un semplice aggiornamento programmatico.
Lo stesso governatore siciliano ha fatto una sintesi della giornata, mettendo al centro i contenuti: “I vertici dei sei aeroporti siciliani hanno manifestato interesse verso la proposta del governo regionale di creare solamente due società, una orientale e una occidentale, per la gestione degli scali di Palermo, Catania, Trapani, Comiso, Pantelleria e Lampedusa. Bisogna adesso verificare la volontà dei soci. E questo sarà fatto in incontri bilaterali che il Governo della Regione promuoverà entro l’estate”.
All’incontro hanno partecipato anche il presidente dell’Enac, Vito Riggio e gli assessori regionali Gaetano Armao, Ruggero Razza, Sandro Pappalardo, Mimmo Turano, Marco Falcone e Toto Cordaro.
La Sicilia intanto comincia a lavorare per avere i benefici della continuità territoriale, ma tradurre in atti e benefici concreti il progetto, anche in questo caso, richiede slancio e tempi certi. I bilanci degli aeroporti più piccoli, Comiso, ad esempio, ma anche Trapani, non sono floridi e nello scalo trapanese Ryanair ha sensibilmente ridotto i voli.
Né Palermo vorrà ragionevolmente intestarsi lo stato di crisi di Trapani, né Catania le difficoltà dello scalo di Comiso. In ogni caso il percorso è tutto da definire nei dettagli e non sarà un’opera facile. Né rapida da compiere.