È muro contro muro tra gli ingegneri di Sicilia e la Regione. Gli ordini professionali di tutte le province, tranne quello di Catania, hanno fatto ricorso al Tar per ottenere la revisione dell’Avviso 20 del 2018 inerente al finanziamento dei tirocini obbligatori, e non, delle professioni ordinistiche.
Secondo l’Ordine di Palermo, infatti, si tratta di una “posizione discriminatoria” quella in cui adesso si troverebbero i giovani ingegneri rispetto a coloro che svolgono altre professioni e per cui il tirocinio è obbligatorio.
In soldoni, contestano il fatto che i professionisti che sono già abilitati e iscritti all’Ordine vengono automaticamente esclusi dal contributo per il tirocinio e questo creerebbe delle sperequazioni.
Tema delicato una volta di più se si considera che per la categoria degli ingegneri, la normativa non prevede l’obbligo del praticantato per conseguire l’abilitazione.
“Lo scopo del decreto – spiegano dall’Ordine degli ingegneri di Palermo – è di aiutare tutti i giovani laureati nel momento del loro inserimento nel mondo professionale. Il tirocinio, infatti, dovrebbe fornire a tutti i giovani laureati la possibilità di trascorrere un periodo di formazione retribuita all’interno di un gruppo di attività già consolidato ed inserito nel mercato del lavoro”.
“I nostri giovani laureati, però, per poter godere dei benefici previsti dalla norma, dovrebbero addirittura posticipare l’abilitazione e l’iscrizione”. Gli Ordini di categoria siciliani, avrebbero quindi auspicato maggiore concertazione con la Regione, durante la genesi del provvedimento, che adesso è stato impugnato, per discutere su esigenze, obiettivi e modalità.
La palla adesso va al Tribunale amministrativo regionale che dovrà decidere se accogliere o meno le richieste degli ingegneri che in Sicilia sono ben 21.500 e non possono rimanere “inascoltati nella creazione di norme che li riguardano”.