La polizia di Siracusa ha messo agli arresti 19 persone perché ritenute responsabili a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti, furti in abitazioni e aziende agricole.
Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Catania, le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Siracusa, con il supporto della polizia di Catania.
Secondo gli investigatori, si tratta di un’organizzazione attiva nei territori della zona sud della provincia aretusea che grazie alla forza di intimidazione esercitata dai suoi appartenenti, aveva monopolizzato e condizionato l’intero mercato ortofrutticolo della zona.
Secondo le ricostruzioni, gazie a un meccanismo collaudato, gli indagati pretendevano il pagamento di una somma di denaro, la cosiddetta “provvigione”, calcolata in percentuale del raccolto prodotto e ceduto agli operatori della piccola e grande distribuzione che costituiva il corrispettivo per la presunta attività di mediazione contrattuale svolta tra produttori e commercianti.
Nell’operazione denominata ‘Araba Fenice‘, sono state impiegate sessanta unità di polizia oltre al reparto Prevenzione Crimine di Catania.
Le indagini, avviate nel 2015, hanno consentito di accertare l’operatività nei territori della zona sud della provincia aretusea, del clan “Giuliano“, capeggiato dal boss Salvatore Giuliano che, grazie alla forza di intimidazione esercitata dai suoi appartenenti, avrebbe monopolizzato e condizionato l´intero mercato ortofrutticolo della zona.
L´indagine si è incentrata sulla figura del boss, sugli uomini di sua stretta fiducia, (tutti gravemente indiziati del reato di associazione di tipo mafioso per la loro appartenenza al clan) e sulla progressiva ascesa del gruppo a vero e proprio sodalizio mafioso. “Erano in grado di acquisire il monopolio nella produzione e nello smistamento dei prodotti ortofrutticoli coltivati nelle numerose serre presenti in quei territori“, sottolineano gli investigatori.
Grazie ai legami vantati nel’ambito della criminalità organizzata catanese con il clan “Cappello” e al patto di non belligeranza siglato con la cosca rivale dei “Trigila“, Giuliano si sarebbe assicurato lo spazio operativo per dominare incontrastato nei territori di Pachino.
I nomi degli arrestati:
Rosario Agosta, nato a Modica (RG) classe 1973, pregiudicato, libero; Claudio Aprile, nato a Noto (SR) classe 1983, pregiudicato, libero; Giovanni Aprile, nato a Noto (SR) classe 1978, pregiudicato, libero; Giuseppe Aprile, nato ad Avola (SR) classe 1977, pregiudicato, libero; Antonio Arangio, nato a Modica (RG) classe 1976, pregiudicato, libero; SergioArangio, nato a Siracusa classe 1992, pregiudicato, libero; Salvatore Bosco, nato a Siracusa classe 1985, pregiudicato, libero; Massimo Caccamo, alias “u rossu”, pregiudicato, libero; Antonino Cannarella, nato ad Avola (SR) classe 1995, pregiudicato, libero; Salvatore Cannavò, alias “Giovanni Cicala”, nato a Catania classe 1964, pregiudicato, libero; Giuseppe Crispino, alias “u barberi”, nato a Noto (SR) classe 1978, pregiudicato, detenuto;Giuseppe Di Salvo, nato ad Avola (SR) classe 1997, incensurato, libero; Salvatore Giuliano, nato a Pachino (SR) classe 1963, pregiudicato, libero; Gabriele Giuliano, nato a Pachino (SR) classe 1985, pregiudicato, libero; Vincenzo Gugliotta, nato ad Avola (SR) classe 1992, residente a Portopalo di Capo Passero (SR), pregiudicato, libero; Salvatore Massimiliano Salvo, nato a Catania classe 1982, pregiudicato, detenuto; Nunzio Agatino Lorenzo Scalisi, nato a Catania classe 1959, assistente Capo della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato P.S. di Pachino (SR); Giuseppe Vizzini, alias “u marcuottu”, nato a Pachino (SR) classe 1964, pregiudicato, detenuto; Simone Vizzini, nato a Modica (RG) classe 1989, pregiudicato, detenuto.