L’inizio del nuovo anno scolastico in Sicilia, previsto per domani, mercoledì 12 settembre, viene salutato dai sindacati con un duro monito alle istituzioni nazionali e locali affinché si diano da fare per cominciare a curare, una volta per tutte, le patologie di cui è affetta la scuola siciliana e meridionale: strutture fatiscenti, locali inadeguati, tempo scuola ridotto, personale costretto a lavorare nella precarietà.
Mali che si trascinano da tempo e che i vari governi di qualsiasi colore politico non hanno mai voluto o saputo debellare. Anzi in alcune occasioni hanno peggiorato la situazione. È ancora viva la delusione provata dagli addetti ai lavori nei confronti della legge cosiddetta della “Buona scuola”, varato nel 2016 dal governo Renzi. A meno di 24 ore dal suono della prima campanella Flc Cgil e Cisl Scuola sottolineano lo stato di difficoltà nel quale si trova la scuola siciliana.
Per Graziamaria Pistorino, infatti, “il quadro è drammatico: l’80% dei nostri edifici scolastici non è in regola con la normativa e non dispone delle strutture idonee allo svolgimento delle attività didattiche; siamo tra le ultime regioni italiane per tempo pieno erogato, con un misero 7%, niente a che vedere con il 53% della Lombardia; sono circa 7.000 i posti di insegnamento di sostegno e ben 8.167 i posti di personale amministrativo tecnico e ausiliario che ancora oggi attendono di essere stabilizzati”.
“È evidente che questa situazione – continua – va a scapito degli studenti, oltre che di tutto il personale della scuola. Per questo rivolgiamo l’ennesimo appello al ministro dell’istruzione e alla deputazione siciliana a Roma affinché sia varato un Piano Marshall per la scuola al Sud che cominci a dare risposte serie e concrete per il futuro dei nostri giovani e dello stesso Mezzogiorno”.
Dello stesso tono il commento di Francesca Bellia. “Parte un altro anno scolastico. Vorremmo augurare una ‘buona scuola a tutti’, purtroppo prevale la consapevolezza che ripartiamo con i problemi di sempre, antichi e strutturali, non affrontati~irrisolti rendendo ancora ancora più fragile e precario il sistema scolastico in cui operiamo. Una fragilità che in Sicilia si manifesta in modo più pesante ed evidente più che in altre parti del Paese”.
C’è poco, quindi, da essere ottimisti. “Su questo vorremmo ci fosse più consapevolezza e responsabilità da parte di tutti: Governi nazionali e regionali, Enti Locali, autorità scolastiche e istituzioni”.
L’augurio di un buon anno scolastico agli studenti e al personale, per Flc Cgil e Cisl Scuola, non può che coniugarsi con una presa di coscienza da parte della politica e un’inversione di rotta. “Continuiamo a immaginare che attorno a un progetto di rilancio della scuola è possibile ricostruire un nuovo positivo e costruttivo clima nel Paese”, conclude Bellia. “La scuola non è solo un servizio, la scuola è bene comune. Una leva essenziale per costruire nel futuro. Porteremo avanti le nostre proposte, presseremo, pretenderemo che sulle esigenze della scuola si realizzi un patto di azioni comuni per affrontare finalmente le giuste priorità senza più disperdere tempo e risorse”.