E’ slittata alla prossima seduta parlamentare la discussione sul ddl recante “Norme in materia di acque termali”, rinvio auspicato da una parte politica dell’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, a dopo la finanziaria.
A distanza di mesi dall’incontro su “Il termalismo in Sicilia”, organizzato dal Governo Musumeci al Palazzo Riso di Palermo, si apre a Sala d’Ercole la strada dell’iter per la riforma del settore termale che ha una legge datata al ’56. E sulle prospettive di rilancio del settore, dopo una significativa battuta d’arresto per il turismo termale, c’è già in campo una pianificazione di interventi in materia turistica, finanziaria e normativa.
L’obiettivo è dotare la Regione Siciliana di strumenti normativi innovativi ed adeguati, colmando un notevole ritardo rispetto ad altre Regioni d’Italia che, da tempo, si sono dotate di leggi che disciplinano l’utilizzo delle acque termali nel proprio territorio, coniugandosi con l’esigenza di mettere ordine all’interno dì un comparto troppo a lungo penalizzato, gettando le basi per la pianificazione di un rilancio economico e sociale, quale potente strumento strategico per creare occupazione.
“Con le quattro norme stralciate per via dell’esercizio provvisorio, non c’è dubbio che sarebbe stato un disegno di legge più completo, – spiega il presidente della IV Commissione Giusi Savarino – in quanto quelle norme espunte rivedevano l’onere concessorio dando una mano a chi ha concessioni termali, si istituivano i distretti termali turistici che servono per drenare anche risorse europee che riguardano il turismo e servono anche a fare maggiore promozione delle stesse acquee termali, potenziando questo settore. Abbiamo messo insieme competenze diverse: sanità, istruzione, formazione. Abbiamo coinvolto gli ordini professionali e non c’è dubbio che il ddl, per reggersi, abbia bisogno di quelle norme stralciate. Tre le abbiamo fatte noi in commissione su richiesta della segreteria generale, e una la presidenza in sede di approvazione d’aula. Questo testo di legge possiamo anche approvarlo adesso ma con un impegno della Presidenza che queste quattro norme in finanziaria non verranno considerate come aggiuntive al testo di legge di stabilità del governo che presenterà in aula, perché altrimenti sarebbe una riforma zoppa”, ha poi ribadito la deputata regionale e portavoce di Diventerà Bellissima.
L’occasione è ghiotta, per via delle possibilità che il Pnrr dedica ai settori di turismo e sanità. Un tema che va certamente ammodernato e semplificato: bisogna guardare alle terme come occasione di sviluppo e come attrattiva turistica, creando lavoro. Nel nord Europa il turismo termale raggiunge un Pil addirittura a due cifre, e da noi questo non c’è ancora.
Al Parlamento siciliano si è discusso anche di “Opportune iniziative volte all’adozione della Carta dei diritti e doveri culturali e alla relativa istituzione della figura del Garante regionale”. La cultura deve essere considerata un diritto inalienabile di ciascun cittadino, ma per raggiungere questo obiettivo servono politiche adeguate e strumenti normativi anche a livello regionale.
Il gruppo parlamentare dei Dem a Palazzo dei Normanni ha presentato una mozione, approvata all’unanimità dall’aula nel corso della seduta di oggi, che impegna il governo regionale a promuovere la diffusione e l’accesso alla cultura, ad adottare la Carta dei diritti e dei doveri culturali , una sorta di “manifesto” sottoscritto da un folto gruppo di intellettuali, docenti universitari, operatori culturali, professionisti e responsabili di enti ed istituzioni culturali che operano in Sicilia ma anche al di fuori della regione) ed ad attivarsi per l’istituzione della figura del “Garante regionale per la tutela dei diritti e dei doveri culturali”.
“La cultura – dice il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo – è una leva per operare una continua rigenerazione individuale e sociale, permettere l’accesso alla cultura significa consentire a ciascun cittadino di operare una crescita personale ed al tempo stesso collettiva. Ma la cultura, soprattutto in Sicilia, è anche economia, lavoro, occupazione. Per tutti questi motivi, con la mozione che ha trovato la condivisione del governo e del parlamento regionale, intendiamo sostenere il percorso avviato su iniziativa del Partito Democratico con l’adozione della Carta dei diritti della Cultura”.