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I bimbi dell’Istituto Comprensivo Statale F.P. Perez – Madre Teresa di Calcutta, scuola dell’infanzia e primaria di piazza Perez, ogni mattina, prima di entrare in classe passano da una montagna di spazzatura.
“Dalle foto tratte da Google maps, risalenti al 2017 – scrivono dall’associazione comitati civici Palermo– abbiamo notato il profondo cambiamento in peggio di questo luogo”.
“Qualcuno ha pensato bene di disporre ben sei cassonetti proprio davanti all’ingresso del plesso scolastico. Ovviamente, come sa bene chi gestisce il servizio, questo è diventato immediatamente un luogo dove scaricare di tutto, materassi, mobili, schifezze di ogni genere”.
“Il servizio di raccolta – aggiungono – spetta a settori diversi e quindi chi svuota i cassonetti dell’indifferenziata non tocca quello che rimane a terra, chi svuota i contenitori del vetro si guarda bene dal rimuovere plastica o carta, e nessuno spazza perché il servizio non viene svolto da tempo immemorabile. Non parliamo, poi, di diserbo o di manutenzione dei marciapiedi, le cui competenze sappiamo bene di chi sono (sempre la stessa partecipata), ma che non funzionano esattamente come tutto il resto”.
“In pratica – proseguono – per assicurare il minimo di decoro che spetta a tutti noi cittadini, ma in particolare ai futuri cittadini di domani dovrebbero mettersi d’accordo e coordinarsi fra di loro almeno sette squadre fantascienza in questa città, dove la normalità è un sogno impossibile e dove i cittadini attenti vengono derisi come nemici ra cuntintizza”.
“Come si può gioire di manifestazioni di facciata, di murales, di canti, balli e schiticchi vari quando offriamo alle future generazioni queste immagini di degrado e strafottenza assoluta? Quali esempi diamo loro, quale modello a cui attenersi nei loro comportamenti da futuri cittadini? Per loro questa grascia è la “normalità” imparano a convivere con una realtà ben diversa da quella che gli insegnanti descrivono loro nel chiuso delle loro aule”.
Per concludere l’amara considerazione da parte dell’associazione “Vedere cataste di rifiuti accanto al cancello di ingresso della scuola significa vanificare qualsiasi lezione teorica di educazione civica, ed educarli all’inciviltà fin dalla tenera infanzia. Infatti, per loro tutto questo sarà routine e non si accorgeranno nemmeno della differenza fra una città civile ed una discarica, almeno fino a quando non cominceranno a viaggiare e a conoscere altre città “normali”, perché l’educazione al bello, alla civiltà, al decoro risulta efficace solo se si inizia dalla più tenera età, e lo sanno bene gli educatori attenti. Dopo sarà troppo tardi“.