Cateno De Luca posticipa di sette giorni il suo secondo comizio di “commiato” e in attesa di una decisione definitiva sulla sua permanenza a sindaco di Messina o sulla conferma delle dimissioni, lancia l’aut-aut: “O salviamo Messina o tutti a casa”. E’ questo il titolo e tema dell’appuntamento in piazza Municipio previsto per il 14 ottobre, e che inizialmente si sarebbe dovuto svolgere già nella domenica appena trascorsa. A far slittare tutto è stata la maratona consiliare che in due diverse sedute ha visto un confronto serrato tra il primo cittadino e il Consiglio comunale sulla situazione debitoria nella Città dello Stretto. Sette ore di confronti nella prima seduta e altre cinque il giorno successivo per la conferma che la situazione di Palazzo Zanca è drammatica e non si può più perdere tempo per il risanamento dei conti.
“Abbiamo esaminato la disastrosa eredità che abbiamo ricevuto sotto il profilo economico – finanziario. Ci sono circa 30 milioni di euro di nuovi debiti, e il dato definitivo lo avremo mercoledì prossimo, prodotti dal 2014 ad oggi che si aggiungono agli oltre 400 milioni di euro di debiti prodotti al 31 dicembre 2013 e che fanno parte del piano di riequilibrio pluriennale in corso di rimodulazione”.
“La situazione è drammatica – aggiunge De Luca – perché i nuovi debiti dal 2014 in poi vanno onorati subito con le risorse del bilancio comunale. Questo è il quadro senza veli sulla situazione economica finanziaria del Comune e del sistema delle partecipate. Stiamo sviscerando ogni singola cosa, non c’è debito che non dovrà essere tirato fuori dai cassetti e sottoposto ad accertamento sulle relative responsabilità”.
Poi una bordata, l’ennesima, a chi lo preceduto nell’amministrazione di Messina: “Grazie di cuore a chi ha guidato Palazzo Zanca prima di noi”.
E De Luca si è confrontato con i dirigenti del Comune. Anche in questo caso non è mancato un chiaro monito: “La musica è cambiata”. Tra i temi trattati, ovviamente, i debiti: “Entro il 10 ottobre ognuno deve comunicare tutto ciò che c’è nei cassetti. Scaduto tale termine i dirigenti saranno ritenuti responsabili anche sotto il profilo contabile delle omissioni o disattenzioni in merito”. Quindi la riorganizzazione del personale. “Gli impiegati di categoria A, circa 200 unità, (attività manuali) non possono più stare negli uffici ma devono fare le pulizie, la manutenzione, la scerbatura, gli attacchini e le altre attività prettamente manuali”, ha spiegato De Luca che ha quindi aggiunto: “Gli impiegati di categoria B, circa 300, (attività manuali specializzate, operatori di ufficio con mansioni semplici tipo archivisti, autisti) devono prioritariamente diventare operai specializzati, autisti, addetti al corpo di polizia mentre negli uffici una residua parte per archivi e supporti da definire e concordare con il sindaco. Gli impiegati C e D negli uffici o a Corpo di polizia municipale”. Sul bilancio di previsione 2019/2021 lo schema dovrà essere “pronto entro il 31 ottobre per avviare il percorso ed approvare tutto entro il 20 dicembre”.
Infine il progetto “Salva Messina” sul quale sono stati richiesti alla burocrazia messinese “suggerimenti entro il 10 ottobre” e ancora il piano di riequilibrio: “Urge sapere entro il 10 ottobre dai diretti responsabili, per le rispettive competenze, le motivazioni del fallimento di alcune previsioni che hanno generato un buco di oltre 50 milioni di euro nel periodo 2014/2017“.