Bloccati tutti i provvedimenti sulla mobilità dei regionali. Lo ha deciso l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Bernardette Grasso, di fronte alle contestazioni e alle motivazioni fornite dei sindacati autonomi maggioritari Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl e da Cgil, Cisl e Uil.
In ballo c’erano i trasferimenti verso le dighe e dai Beni culturali alle Attività produttive. L’assessore nella riunione ha esordito ribadendo la necessità urgente e straordinaria, da parte di alcuni dipartimenti regionali, di ricevere e aveva dichiarato di essere pronta a predisporre quanto di propria competenza per avviare trasferimento di personale verso il dipartimento Attività produttive utilizzando l’istituto della mobilità straordinaria, che derogherebbe da tutti i vincoli contrattualmente previsti.
I sindacati autonomi hanno per contestato con forza la legittimità e gli effetti negativi della cosiddetta circolare Pistorio/Grasso sulla mobilità e hanno ribadito la necessità di seguire regole precise “togliendo ai dirigenti generali di potere emanare delle vere e proprie liste di proscrizione con le quali potrebbero disfarsi del personale ritenuto meno efficiente o poco gradito”.
I sindacati maggioritari hanno sollecitato l’Assessore a rendere nota la ricognizione sui fabbisogni di personale, obbligatoria per legge prima di avviare qualsivoglia processo di mobilità, “che risulta essere già pronta e dalla quale sembrerebbero emergere dati inimmaginabili dal momento che tutti i dipartimenti risulterebbero in forte carenza di personale e, quindi, nessuno sarebbe nelle condizioni di cedere unità nei suddetti processi di mobilità”.
Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl, guidati da Marcello Minio, Dario Matranga, Franco Madonia, Fulvio Pantano, Angelo Lo Curto, Vincenzo Bustinto, Ernesto Lo Verso e Marcello Ficile hanno quindi contestato la mobilità straordinaria richiamata dall’Assessore dal momento che la straordinarietà non può essere “la regola” ma può rappresentare un fatto meramente episodico già, peraltro, esaurito con i provvedimenti posti in essere negli anni passati.
Da qui la decisione dell’assessore “che si è impegnata a bloccare tutti i provvedimenti di mobilità in essere e ha invitato tutti i sindacati presenti a inviare per iscritto le proprie proposte sull’istituto della mobilità che, fra l’altro, saranno anche oggetto del contratto giuridico già in discussione con l’Aran Sicilia”.
Per Cgil, Cisl e Uil “Questa mattina abbiamo ottenuto un nuovo stop alla mobilità dei dipendenti regionali, ma non siamo contenti di continuare a lavorare in questo modo, dovendo fronteggiare periodicamente i tentativi dell’amministrazione di riorganizzare gli uffici senza criteri oggettivi e senza confronto con i sindacati”. È il commento di Gaetano Agliozzo e Clara Crocè della Fp Cgil, Paolo Montera e Fabrizio Lercara della Cisl Fp, Enzo Tango e Luca Crimi della Uil Fpl.
“La mobilità del personale non si può effettuare solo per far fronte alle emergenze, ma deve essere funzionale ed organizzata, i trasferimenti così come erano stati avviati erano inaccettabili, soprattutto perché privi di criterio e potenzialmente dannosi per l’amministrazione stessa”, aggiungono i sindacalisti, che invitano poi l’assessore a rispettare gli impegni presi: incentivi, incontri tra sindacati e dipartimenti regionali, una nuova circolare sulla mobilità.
“Dopo questo ennesimo intervento ‘d’urgenza’ – concludono Agliozzo e Crocè, Montera e Lercara, Tango e Crimi – aspettiamo la convocazione da parte dell’assessore e dell’Aran per il tavolo di confronto con tutti i direttori generali per definire il reale fabbisogno dei dipartimenti, considerando il carico di lavoro per dipendente, così da costruire un piano industriale che miri contemporaneamente all’efficienza dei servizi e, allo stesso tempo, rispetti i diritti dei lavoratori”.