“Sono soddisfatto che il reggente regionale di Confindustria apra ai termovalorizzatori – a dirlo è Vincenzo Figuccia deputato dell’Udc all’Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia che prosegue – proprio quella Sicindustria che silente circa un anno fa, probabilmente in un tempo nel quale il sistema delle relazioni non era libero, mentre le mie parole facevano tremare le coscienze di chi questi impianti non li voleva proprio, oggi si dichiara apertamente favorevole alla termovalorizzazione.
“È chiaro come per tutto ci sia un tempo. Oggi, la Sicilia Gattopardiana battezzata dallo stesso Alessandro Albanese come “la Regione dei no” si sveglia, scrollandosi dall’immobilismo, maturando la consapevolezza che il sistema dei rifiuti può essere impostato solo su una logica di libero mercato con sistemi ad evidenza pubblica che sono antitetici a regimi concessori. Al tempo stesso – prosegue il parlamentare – deve essere incentivato dalla coscienza collettiva che la tutela del patrimonio ambientale riguarda tutti. Sul territorio regionale servono diversi impianti ecosostenibili che utilizzino le nuove tecnologie, molto meno impattanti delle discariche a cielo aperto che inquinano le falde acquifere e l’atmosfera”.
“Con il ritmo della differenziata di questi ultimi dieci anni, con Palermo ferma al 13 percento e che vede la propria utenza annua crescere di poche decine di migliaia, non arriveremo alla soglia europea del 65% neanche nel tremila. Sono convinto che una politica coerente di gestione dei rifiuti cominci intervenendo con una legislazione attenta alla produzione dei rifiuti e prosegua con una raccolta differenziata capillare e informata volta a favorire sistemi di riutilizzo e recupero per poi culminare nella termovalorizzazione. Tutte le rivoluzioni – conclude – vedono sacrificare delle vittime e se questo è stato necessario per me ne sono fiero. Adesso a queste dichiarazioni del vice presidente reggente di Confindustria serve che segua una certa operatività per rendere la nostra Regione al passo con le altre città come Zurigo o Vienna che le vedono in testa al ranking europeo sulla vivibilità”.