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Motivazione sentenza Montante: “Di mestiere faceva il ricattatore seriale”

martedì 8 Ottobre 2019
montante top secret
Frame Report

Montante è stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere che, sotto le insegne di un’antimafia iconografica, ha sostanzialmente occupato, mediante la corruzione sistematica e le raffinate operazioni di dossieraggio, molte istituzioni regionali e nazionali”. Lo scrive il Gup di Caltanissetta, Graziella Luparello, nelle motivazioni della sentenza di condanna a 14 anni per l’ex presidente di Confindustria Sicilia, riportate da Repubblica Palermo.

Montante, scrive il Gup nelle oltre 1.700 pagine della sentenza, aveva dato vita “a un fenomeno che può definirsi plasticamente non già quale mafia bianca, ma mafia trasparente, apparentemente priva di consistenza tattile e visiva e perciò in grado di infiltrarsi eludendo la resistenza delle misure comuni”.

Montante, pen drive distrutte
Le pen drive distrutte da Montante durante il blitz

“Il quadro che se ne ricava – osserva il Gup – è in verità abbastanza desolante: quello di un uomo, Montante, che di mestiere faceva il ricattatore seriale“, impegnato nella “raccolta incessante di dati riservati, documenti e registrazioni di conversazioni”. Montante, è la ricostruzione del giudice, aveva compiti di “direzione, promozione e organizzazione” di un sodalizio di cui hanno fatto parte ufficiali di polizia, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza: “Non può non esprimersi – scrive ancora il Gup – un giudizio assai severo sul particolare allarme sociale provocato dal sodalizio, e ciò in ragione della finalità delittuosa ad ampio spettro perseguita: eliminare il dissenso con il ricorso all’uso obliquo dei poteri accettativi e repressivi statuali, sabotare le indagini che riguardavano gli associati; praticare la raccolta abusiva di dati personali riservati, corrompere in maniera sistematica i pubblici ufficiali”.

Il senatore Nicola Morra, presidente della commissione nazionale Antimafia, ha confermato in un’intervista al quotidiano La Sicilia che “stiamo lavorando” all’istituzione di una Commissione sul caso Montante.

Tanti gli uomini “eccellenti” e le talpe di cui si è servito Montante. Nell’inchiesta, ribattezzata “Double Face“, emerge la doppia faccia dell’ormai ex paladino dell’Antimafia.

 

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