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Petralia Soprana, in provincia di Palermo, è il “Borgo dei Borghi autunno 2018“.
Il paese madonita ha trionfato, battendo Subiaco, Lazio, l’abbruzzese Guardiagrele e il veneto Mel. Erano venti i borghi finalisti più votati online che si contendevano l’ambito trofeo in rappresentanza delle venti regioni italiane.
Petralia, nel corso della trasmissione RAI presentata da Camila Raznovich e dallo storico dell’arte Philippe Daverio, ha ottenuto il maggior numero di voti, risultante dalla sommatoria del voto popolare, espresso via televoto, e del voto della giuria di esperti. In particolare il voto popolare è valso per il 50% del totale. Il rimanente 50% è stato suddiviso tra i tre giurati, Philippe Daverio, Filippa Lagerback e Mario Tozzi.
La Sicilia trionfa per la quarta volta, aggiudicandosi ancora una volta l’ambito titolo. Prima di Petralia, avevano già vinto Montalbano Elicona in provincia di Messina, Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento e Gangi in provincia di Palermo.
Cenni storici (dal sito del Comune di Petralia Soprana)
Petralia Soprana è il più alto paese delle Madonie, domina un ampio paesaggio che spazia dalle cime innevate dell’Etna, alla città di Enna e ai monti del palermitano e poi le ampie vallate e i corsi d’acqua delle campagne che la circondano. E’ intensa la suggestione che suscita la vista dall’altopiano di Petralia Soprana, nei giorni in cui le nuvole stratificate alle quote più basse regalano paesaggi sospesi e struggenti tramonti. Petralia Soprana è raggiungibile dall’autostrada Palermo-Catania svincolando a Tre Monzelli e proseguendo per la SS 120.
Le origini di Petralia si suppone che risalgano all’antica Petra, città fondata dai Sicani per meglio difendersi dai continui attacchi del nemico. Potrebbe aver conosciuto un insediamento greco, ma si hanno notizie certe soltanto a partire dal III secolo a.C. sullo sfondo della guerra tra Romani e Cartaginesi. Nel 254 a.C. durante la prima guerra punica, i petrini aprirono la porta ai consoli Aulo Attilio e Gneo Cornelio passando dal dominio cartaginese a quello romano.
Petra fu inserita tra le civitas decumanae, cioè tra le città sottoposte al tributo annuo della decima in natura. Ben presto, infatti, divenne una delle principali fornitrici di grano dell’Impero Romano. Nel IX secolo fu conquistata dagli arabi e ribattezzata Batraliah. Nel 1062 fu conquistata dai normanni, il conte Ruggero ne fortificò il castello, le torri e i bastioni esistenti. Nel 1067 il conte fece costruire un altro castello, fuori le mura, e dalla parte nord una chiesa titolata a San Teodoro; divenne una importante roccaforte e fu ceduta da Ruggero insieme al suo vasto territorio, al nipote Serlone.
Nel 1258 passò alla contea dei Ventimiglia di Geraci e nel 1396 alla contea di Collesano. Da allora vide il susseguirsi dei Centelles, dei Cardona e infine dei Moncada e degli Alvarez de Toledo.
Ancora oggi il paese conserva la struttura urbanistica di tipo medievale con le tipiche stradine che si snodano tra palazzi nobiliari e chiese, con le piazze circondate da suggestive costruzioni che si affacciano a meravigliosi belvedere.
Il Patrimonio architettonico
Ricco è il patrimonio architettonico conservato: la chiesa Madre dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, in piazza del Duomo, è probabilmente di costruzione tardo-medievale. Riedificata in seguito, subì modifiche all’interno e divenne a due navate; inoltre vide altre trasformazioni e ampliamenti all’inizio del 700, quando venne impreziosita da stucchi barocchi. Alla fine del 700 venne aggiunto il portico esterno, opera dei Serpotta, e il campanile ad oriente.
Il portale di ingresso è quattrocentesco, mentre l’interno, oggi a croce latina e diviso in tre navate, custodisce la “Madonna dell’Udienza” di Antonello Gagini, la “Madonna della Catena” di Giorgio da Milano, una Pietà di Giuliano Mancino, un tabernacolo ligneo di Pietro Bencivinni e il primo dei 33 crocifissi lignei di Frate Umile da Petralia. Custodisce ancora una delle opere realizzate dallo Zoppo di Gangi, Gaspare Bazzano: La Madonna degli Angeli con i Santi Chiara, Francesco, Antonio e Pietro d’Alcantara del 1620. Al suo interno possiamo ammirare il più grande organo del comprensorio, risalente al 1780, e opera di Giacomo Andronico.
Interessante, anche la chiesa di S. Maria di Loreto, edificata sui resti del Castello, riedificata nel XVIII secolo sui resti di un’altra chiesa sempre con pianta a croce greca, ha nel prospetto due campanili sormontati da cuspidi policrome; l’interno con pianta a croce greca conserva un’ ancona di Giandomemco Gagini. Lungo la via Loreto, che conduce alla chiesa e al belvedere, è ben visibile una tabella in ceramica che fungeva da segnavia per la processione. La chiesa di San Giovanni Evangelista consente di ammirare la tela secentesca della “Crocifissione” e una statua marmorea di Antonino Vanelli, proveniente dall’antica chiesa del Carmelo, non più esistente.
La chiesa del SS Salvatore ha pianta ellittica con otto pilastri che sorreggono la cupola. Molto probabilmente in periodo arabo era una moschea e fu consacrata ai riti cristiani dal conte Ruggero. Nei pressi del paese nel 1611 venne costruito il convento dei Frati Minori Riformati, che mostra sulle pietre della facciata un pregevole intarsio a basso rilievo.
L’arte scultorea ha avuto a Petralia Soprana, a partire dal XVI secolo, una sua fiorente tradizione dai Ragona a Frate Umile e Frate Innocenzo, fino a Vincenzo Gennaro affermato artista a livello internazionale, del quale troviamo una sua opera “la Cometa” sulla piazza Unità d’ Italia.
Gli abitanti di Soprana sono residenti in ben 32 borgate alcune delle quali distanti parecchi chilometri. Disseminati nel territorio nella vallata, segnata dal fiume Salso, i borghi e piccoli insediamenti rurali, sorsero tra il XVI e il XVIII secolo, per effetto della politica di ripopolamento delle campagne e per l’esigenza di espandere le colture agrarie. Vere e proprie comunità autonome si sono caratterizzate per la semplice ed equilibrata organizzazione urbanistica ed architettonica.
Vale la pena di visitare i borghi dì Miranti, Salinella e Fiscelli, mentre a poca distanza dal centro abitato, in contrada Cerasella si trovano i resti di un acquedotto romano. Alle porte di Petralia Soprana si trova ancora Villa Sgadari, una delle più interessanti residenze suburbane delle Madonie, dalla quale traspare l’eleganza delle linee architettoniche inserite con sapienza nel contesto ambientale.