Scadono lunedì 17 dicembre i termini per il versamento del saldo delle imposte locali: IMU e TASI (Tassa Servizi Indivisibili). Un appuntamento “doloroso” per migliaia di famiglie, a dicembre.
Le aliquote comunali sono invariate, ma a partire dal 2019 le tasse sulla casa potrebbero aumentare. Per far fronte ai sacrifici imposti dalla manovra in discussione, potrebbe essere ridata la possibilità ai comuni di aumentare le aliquote.
L’Imu e la Tasi non sono dovute sulla prima casa e le relative pertinenze (box o posto auto, cantina o solaio) nei limiti di una per ciascuna categoria catastale (C/2, C/6, C/7). Vanno invece versate per le case di maggior pregio: categoria A/1 (immobili signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi). L’Imu (e l’eventuale Tasi) riguardano i proprietari di seconde case, affittate o sfitte. Si paga anche sugli immobili dati in uso gratuito, salvo la riduzione al 50% tra genitori e figli.
Si paga poi sulle pertinenze quali il secondo box. Ma anche negozi, uffici, depositi, capannoni, altri immobili commerciali e industriali, e i terreni agricoli. Sono invece esclusi i fondi agricoli nei Comuni classificati come montani o di collina. Esenti anche i terreni agricoli posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali ubicati in qualsiasi altro comune.
Nel caso di più comproprietari — o più contitolari di un diritto reale — l’imposta è pagata da ciascuno in proporzione alla propria quota e con versamenti separati. Per gli immobili in multiproprietà, l’Imu e la Tasi vanno pagate dall’amministratore.
L’IMU può essere pagata con il modello F24 (con un codice tributo stabilito dall’Agenzia delle Entrate), in banca, alla posta o negli uffici dell’Agenzia stessa.