Non vogliono sentire ragioni i 2.008 lavoratori ex Pip del bacino “Emergenza Palermo” giunti al decimo giorno consecutivo di protesta, né tanto meno di proroghe. Pretendono che l’Assessorato alla famiglia e al lavoro proceda alla stabilizzazione come stabilito dalla legge approvata dall’Assemblea regionale siciliana nell’aprile scorso. L’amministrazione, dicono, deve prendersi le proprie responsabilità. Qualsiasi problema possa scaturire dalla sentenza della Corte costituzionale, chiamata in causa dall’impugnativa della norma sollevata dal governo nazionale, può essere risolto politicamente.
“Dopo 18 anni di precariato è arrivato il momento di dire basta, abbiamo diritto ad essere stabilizzati”, spiegano i lavoratori oggi in sit in al Foro Italico. Domani da piazza Croci raggiungeranno in corteo piazza del Parlamento per chiedere che gli uffici diano seguito alle procedure per il passaggio alla Resais, la società partecipa dalla Regione, e per la stipula dei contratti a tempo indeterminato.
“Siamo stanchi di lavorare in condizioni di precarietà – continuano – senza contributi e diritti”.
La deadline è l’11 dicembre prossimo, quando i rappresentanti delle varie organizzazioni sindacali incontreranno a Palazzo d’Orleans la dirigente del Dipartimento Lavoro, Francesca Garioffolo e il vice capo di gabinetto dell’Assessorato, Santo Orazio Primavera. Per quella data i lavoratori attendono risposte certe e definitive sul loro destino.
Nel frattempo rimane alta l’attenzione sul fronte pagamenti. Non è ancora stata erogata l’indennità di novembre, perché nell’apposito capitolo di bilancio mancano all’appello circa 5 milioni di euro. Risorse che l’Ars dovrebbe integrare proprio in queste ore con l’approvazione del bilancio. Quella di dicembre, invece, con molta probabilità verrà pagata a gennaio.