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“In stato di grazia”, in scena il felice incontro tra il teatro e la vita vissuta

mercoledì 12 Dicembre 2018
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Andrà in scena il 20 dicembre, ore 21, sul palco del Teatro Biondo di Palermo (Sala Grande) “In stato di grazia” della Compagnia Oltremura, diretta da Claudia Calcagnile e composta dalle detenute-attrici dell’Istituto penitenziario Antonio Lorusso Pagliarelli di Palermo.

Volti, corpi, storie e stralci di poesia si fondono in un’unica voce che in silenzio precipita buia, senza quiete, verso un matrimonio che si deve celebrare.

Marianna, madre che piange la morte del figlio, moglie che cerca la via di fuga dalla costrizione, rincorre il tentativo di andare oltre se stessa, di sentirsi altrove, per poi trovarsi nuovamente immutata, dissimile, replicabile, come carta ricalcabile.

Le donne in scena non recitano, ma incarnano le qualità di Marianna fino a rimandare al pubblico l’interrogativo di una soluzione.

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Difficile dire dove finisce la vita di Marianna e comincia l’autobiografia delle attrici di quest’opera che è al tempo stesso momento di verità e riflessione sulla loro condizione.

Parallelamente alle prove sceniche, è nato il progetto fotografico “Io sono Marianna” con scatti inediti di Francesco Paolo Catalano, esperto di fotografia e curatore dell’immagine dello spettacolo: “A metà tra lo storytelling e il surrealismo visivo la fotografia ha testimoniato il passaggio dalla persona al personaggio teatrale e ha permesso alle donne di assumere una nuova consapevolezza di sé nello spazio scenico e performativo”.

L’associazione Mosaico dal 2015 è attiva con un laboratorio di teatro permanente che ha coinvolto nel tempo circa settanta donne di diverse nazionalità ed età, detenute della sezione femminile della Casa Circondariale Pagliarelli”, spiega Claudia Calcagnile, regista e curatrice del progetto.

Un lavoro continuo fatto nell’ombra: “Protette dalle mura del Pagliarelli tutto l’anno, il 20 dicembre sarà per le nostre attrici-detenute l’unico momento in cui provare a donare al pubblico questa esperienza trasformativa. Il carcere diventa per noi quel luogo che ci permette di rinnovare il linguaggio e lavorare sui concetti di verità, urgenza e necessità. È per questo che il pubblico che viene a vederci sceglie di vivere un’esperienza potentissima, ricca di immedesimazione e di riflessione sulla propria esistenza”.

I biglietti sono disponibili al botteghino del Teatro Biondo o online sul sito www.vivaticket.it.

 

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