La Procura di Catania ha chiuso le indagini sulla gestione del Cara di Mineo. Gli Avvisi di conclusione sono stati emessi dagli uffici giudiziari del capoluogo etneo rispetto alla vicenda dell’appalto da 96 milioni e 900mila euro bandito dal Consorzio Calatino Terra di Accoglienza per l’affidamento triennale della gestione del Centro accoglienza di Mineo. E’ la tranche siciliana dell’inchiesta “Mafia Capitale”. Personaggio centrale dell’inchiesta è Luca Odevaine, chiamato nel 2011 come esperto del Consorzio di Comuni “Calatino Terra d’Accoglienza”: proprio per questo che la Procura di Roma decise di trasmettere parte delle carte alla Dda di Catania. Nei faldoni dell’inchiesta chiusa ieri ci sono anche appalti antecedenti che risalgono al periodo in cui al vertice del consorzio c’era il sottosegretario Castiglione. Per questa ragione l’esponente di Ncd risulta tra i destinatari del provvedimento.
Un “faro” sull’appalto da quasi 100 milioni di euro era stato acceso anche dall’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Alle Procure di Catania e Caltagirone l’Anac inviò la documentazione sull’appalto per la gestione della struttura, definendo la gara “illegittima” e lesiva dei principi di “concorrenza” e “trasparenza”.
I reati contestati, a vario titolo, a una decina di indagati, tra i quali Luca Odevaine, sono corruzione, finalizzata anche ad acquisire vantaggi elettorali, e turbativa d’asta. Il sottosegretario Giuseppe Castiglione mostra serenità :”Dopo 18 mesi da quando sono stato indagato, adesso – ha detto il politico – potrò dare le mie spiegazioni, chiarirò all’autorità giudiziaria puntualmente la mia posizione ed il mio comportamento così come dimostrato nelle sedi istituzionali improntati a massima trasparenza, rigore e correttezza“.