Dai messaggi agli appostamenti, poi minacce, vendette e strumentalizzazione dei figli. Non è soltanto l’uomo a essere capace di violenza dentro e fuori le mura domestiche, anzi. A Palermo un uomo ha avuto un crollo nervoso dopo oltre tre anni di messaggi quotidiani, tartassanti e intimidatori, ricevuti da parte della ex moglie. Era lo scorso settembre quando la donna, che già aveva precedenti per minacce, è stata rinviata a giudizio. L’anno prima invece è stata fermata e arrestata una quarantenne originaria di Bagheria colta in flagrante mentre si accaniva con delle martellate sul portone dell’edificio in cui abitava l’ex marito, marito che raccontava anche dei pedinamenti, delle telefonate e delle scenate di gelosia subiti quotidianamente, anche sul posto di lavoro, e che nel frattempo ha traslocato altrove, in ragione di una “morbosa ed opprimente gelosia dell’ex coniuge”.
Sono scattate le manette due anni fa invece, per la persecutrice palermitana di un cronista sportivo dell’emittente privata Sky: è volata a Milano per minacciarlo de visu dopo mesi di minacce e insulti scoccati verso lo sconosciuto tramite posta elettronica e pubblicamente sulla bacheca di Facebook. L’innamoramento malsano sarebbe iniziato dopo un primo incontro alla Kore di Enna in occasione della presentazione del libro dell’ignaro giornalista. Andando ancora indietro, nel 2011 il Tribunale di Palermo ha disposto il divieto di comunicazioni e di avvicinamento tra una giovane universitaria e la sua vittima: una professoressa che per anni è stata importunata dalla ragazza – anche in presenza di testimoni e in luoghi affollati – attraverso messaggi a tinte rosso acceso, appostamenti, telefonate e atti di violenza verbale e fisica. Un comportamento ossessivo che ha causato nella vittima “Un perdurante e grave stato di ansia e di paura”, come scritto dal Gip. Poi c’è la storia della donna, palermitana, affetta da “falsa vittimizzazione“: una sindrome riconosciuta alla finta vittima che ha trascinato il marito in Tribunale accusandolo non solo di perseguitarla via sms ma anche di maltrattamenti e portando sul banco delle prove pure i referti medici del pronto soccorso. L’uomo intanto nei mesi addietro aveva registrato sia conversazioni che gli scambi di messaggi. Circa cento quelli partiti dal telefonino di lui e quasi tremila sms quelli inviati dalla donna che, dopo manifestazioni di gelosia è diventata minacciosa e dopo ancora intimidatoria.
Non sono mai stati emessi dati ufficiali sulle percentuali nazionali né regionali della diffusione di un fenomeno poco noto e di cui poco si parla: quello le donne violente. Ma dall’unica ricerca sull’argomento, quella realizzata dal professore dell’Università di Arezzo Pasquale Giuseppe Macrì, sembra che gli uomini che sono, o sono stati in passato, vittima di abusi da parte di una donna siano quasi quattro milioni in Italia. Purtroppo anche tra loro, come tra le donne, è soltanto una piccola percentuale a denunciare la violenza subita: due su dieci quelli che scelgono di rivolgersi alle forze dell’ordine. Da un’indagine svolta dalla Procura di Milano emerge però che tra il 2012 e il 2013 80 denunce su 1500 riguardavano violenze da parte di donne contro uomini e su 915 casi di stalking sono 138 quelli che vedono l’uomo come vittima. Intanto, più di recente, dalle relazioni diffuse dai centri antiviolenza dedicati esclusivamente agli uomini o che hanno aperto le loro porte anche agli uomini, viene fuori che le molestie da loro subite rientrano più spesso nelle categorie di violenza domestica e stalking ma non è strano parlare anche molestie sessuali perpetrate da una donna. Gli uomini sono più soggetti alla manipolazione psicologica e alla strumentalizzazione dei figli da parte di mogli, compagne ed ex compagne che minacciano la stabilità di legami familiari, come quello padre-figlio, per tenere l’abusato sotto scacco. Uno studio di circa dieci anni fa già segnalava che quella di “Portarsi via i bambini” è la minaccia protagonista del 67,3% dei casi di maltrattamento.