Tutte le piccole banche italiane, siciliane incluse, spa, popolari e bcc, messe assieme presentano mediamente un maggior grado di patrimonializzazione di circa 4 punti in più rispetto alle grandi banche.
Infatti il CET 1 ratio è mediamente al 15,5%. E’ con la rivendicazione di questo primato delle piccole banche che il presidente della Banca Popolare Sant’Angelo, Salvatore Vitale, aveva aperto i lavori questa mattina del XXX Osservatorio Congiunturale del Mezzogiorno della Fondazione Curella.
“Il quadro d’insieme”, sottolinea Vitale, “emerso dagli stress test effettuati di recente dalla stessa Banca d’Italia, porta a risultati particolarmente significativi che rilanciano il ruolo decisivo svolto dalle piccole strutture bancarie per la solidità dell’intero sistema bancario nazionale”.
Un ruolo strategico che viene appesantito, però, oltre che dall’alta rischiosità attuale della concessione di prestiti, anche dall’irrigidimento degli adempimenti di vigilanza e burocratici. Basti pensare che, alla vigilanza di Banca d’Italia, si sono aggiunti anche i controlli della BCE e della Consob.
“Un ruolo, quello delle piccole banche”, aggiunge Vitale, “che viene messo in discussione anche dalle ultime determinazioni dell’Ue, che per ottenere una maggiore efficienza delle banche sistemiche, e cioè le grandi banche, spingono alla fusione delle piccole banche, dimenticando che si tratta di organismi bancari legati al territorio e alle problematiche delle famiglie, delle attività agricole, delle pmi”.