La storia tra l’ex dirigente regionale dell’assessorato alla Formazione, Anna Rosa Corsello, e la società partecipata della Regione Biosphera non era cominciata sotto i migliori auspici. Corsello era stata nominata commissario liquidatore della società e gli scontri erano cominciati quasi subito. Adesso l’ex dirigente è stata rinviata a giudizio – il processo comincerà il 6 marzo davanti alla terza sezione del Tribunale di Palermo – per peculato.
Nella liquidazione di due società partecipate dalla Regione Siciliana, Biosphera SpA e Multiservizi SpA, l’ex dirigente – secondo gli elementi raccolti dagli inquirenti – avrebbe commesso peculato con l’indebita “autoliquidazione” di compensi in qualità di commissario delle due società partecipate, carica ricoperta dall’ex dirigente Regionale già dal 2011. Secondo gli investigatori, Anna Rosa Corsello si sarebbe appropriata di compensi relativi a incarichi aggiuntivi, che dovevano essere obbligatoriamente versati alla propria amministrazione e confluire nelle risorse destinate al trattamento economico accessorio della dirigenza. Perciò l’accusa per l’ex dirigente è di violazione il principio di onnicomprensività del trattamento retributivo dei dirigenti pubblici. Le indagini di polizia giudiziaria, coordinate dal procuratore aggiunto Dino Petralia dal sostituto procuratore Luca Battinieri, sono scaturite da accertamenti preliminari e istruttori delegati ai finanzieri dalla Procura regionale della Corte dei conti.
La guerra era cominciata ben prima, nel 2014, quando il collegio sindacale dell’azienda controllata dalla Regione chiese la revoca dell’incarico di Anna Rosa Corsello per “gravi irregolarità e omissioni”. Irregolarità e omissioni che, però, per Anna Rosa Corsello, semplicemente, non sussistono: “Tutti gli adempimenti sono stati attivati. Il collegio sindacale, forse, non ha la situazione chiara”, disse. Il collegio sindacale presentò un ampio campionario di contestazioni, dal mancato versamento dell’Iva, delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali di ottobre e dicembre 2012 alla mancata riscossione di un credito da sei milioni di euro. La dirigente-liquidatrice, però, si difese. “Il credito – aggiunse – viene riportato da anni. È un credito nei confronti della Regione, che controlla Biosphera, e non è né liquido né esigibile, e anzi è stato oggetto di contestazione. In base a un regolamento del 2001, prima di avviare un’azione legale contro la Regione siamo tenuti ad attivare un tavolo di conciliazione con l’assessorato al Bilancio”.