“Sono stata dipinta come una pentita manovrata, quando di fatto ogni mia scelta è stata fatta in autonomia, lontana da ogni eventuale consiglio e dopo lunghe riflessioni, pensando di fare semplicemente la cosa giusta nei confronti della mia coscienza e per tutto ciò in cui credo. Solo un cieco non vedeva la degenerazione in cui si stava scivolando“.
Dopo giorni di silenzio, Claudia La Rocca torna a far sentire il suo pensiero. Il deputato regionale a Cinque stelle, indagata per la vicenda delle firme false per le amministrative del 2012, ha nuovamente “postato” le sue idee su Facebook. Ha deciso di collaborare con la Procura e ora si rende conto di essere stata “abbandonata”. “Strano che chi sceglie di collaborare con la giustizia – spiega La Rocca – , parlando prima di tutto del proprio coinvolgimento, venga dipinto come irretito da chissà quale inverosimile complotto. Ancora più strano, è essere stata così ingenua al punto da mettere volontariamente in discussione anni di duro lavoro. Praticamente il mondo al contrario. Ho raccontato al Pm solo ciò che effettivamente ricordavo con estrema onestà intellettuale, non una parola di più ne una in meno. Le carte lo dimostreranno. Ci sono tanti comportamenti in questi giorni che mi hanno lasciata perplessa, ad esempio sono convinta che chi è innocente (e non sono io a deciderlo) ha il solo interesse di collaborare per far archiviare quanto prima la propria posizione, senza chiudersi in silenzi o paventate strategie per allungare il brodo. Forse sarebbe stato più sano affrontare con responsabilità una situazione, invece di provare a buttarla in caciara. Purtroppo sembra essersi perso il senso di ragionevolezza e della realtà. Avevo pensato di indire una conferenza stampa – conclude – La Rocca , ma a questo punto non lo ritengo più necessario, attendo con fiducia l’esito delle indagini, voglio continuare a credere nel lavoro della magistratura“.