Io non vado mai a piedi, addirittura quando ci vado non percorro strade a senso unico per abitudine; spesso quando cammino guardo automaticamente in diagonale alla mia sinistra per cercare invano uno specchietto laterale. Quel giorno però, complice l’atmosfera natalizia e la ricerca di regali, mi impongo di abbandonare l’auto e, da bravo ecologista che non sono, tentare la fortuna sfidando il mio menisco.
Dopo una lunga ed evidentemente problematica camminata decido, ansimante, di prendere il tram: l’ho preso una volta soltanto, poco dopo l’inaugurazione. Mi era piaciuto e ho deciso, una volta tanto senza l’incombenza della macchina, di riprenderlo. Anche perché avevo fatto un lungo tragitto a piedi ed avendo presuntuosamente rimosso come il dicembre palermitano ricordi parecchio il maggio del resto d’Italia, avevo un abbigliamento che mi avrebbe fatto sudare anche in Groenlandia. Le mie ginocchia, inoltre, imploravano pietà e di buzzo buono decido “Prendo il tram al capolinea” e cerco di capire l’orario della partenza.
Mentre stavo cercando di capire quale dei due tram presenti partisse e soprattutto a che minuto (essendo entrambi fermi e senza autista), mi imbatto in un gruppo di ragazzi che mi dicono di scrivere un pensiero, una riflessione su un biglietto, su un post-it giallo. Da attaccare nel tram e che qualcuno avrebbe poi letto; un qualcosa che forse avrebbe fatto suo o lasciato lì per come era stato depositato e magari creandone uno nuovo, personale.
Non nascondo di essere stato preso alla sprovvista, non tanto nell’intenzione (“Si, si certo, ora ci penso e scrivo subito“) ma quanto poi con penna e biglietto alla mano. Riconosco comunque gli ideatori di questa bizzarra e lodevolissima iniziativa, li saluto e mi raccontano. Sono gli educatori della Palma Nana, un’associazione sull’educazione ambientale, che sono saltati quel giovedì su un tram muniti di post-it, pennarelli e che con tanta voglia di coinvolgere hanno iniziato a parlare e a giocare con i passeggeri.
La risposta è stata una partecipazione trasversale, hanno giocato bimbi, nonni, mamme, professionisti in pieno orario di lavoro, studenti, giovani in giro per lo shopping natalizio, tutti pronti a mettere da parte l’imbarazzo e a cercare le parole giuste da regalare. Gente china su un foglietto a riflettere, larghi sorrisi riflessi sui vetri, come se non si stesse aspettando altro che poter impiegare quel tempo in maniera diversa.
Tutti a regalare del tempo agli altri, azione che rientra perfettamente nel quadro di iniziative che la Palma Nana ha avviato già da qualche mese, ultima su tutte in ordine di tempo l’apertura della nuova Bottega del Tempo, un concept store dove è possibile trovare oggetti, servizi, proposte turistiche, idee e spunti dedicati alla sostenibilità e ad un uso del tempo più critico e sensibile.
Non prendo il tram ma giovedì scorso l’ho preso, ho preso quella corsa e non un’altra, ho preso quella linea e non un’altra e ho incontrato loro. Li ho visti regalare e regalarsi esternazioni ‘a casaccio’ e atti di bellezza privi di senso, consigliare un pensiero gentile alle porte del Natale da apporre ovunque all’interno del vagone. Chi aveva fretta, chi meno, chi ha scelto di non scrivere, chi si è scervellato parecchio, come me.
“La strada segnata è proprio quella – come dicono gli organizzatori – andare in controtendenza, fermarsi, ristrutturare e riappropriarsi del tempo, ridargli un senso e ricordarsi che è prezioso, che ha un valore, un valore non intrinseco, ma relativo dell’uso che se ne fa“. Qui sotto ecco un video girato dai ragazzi dell’associazione.
Ah, io ho scritto una frase tratta dal brano Eskimo del cantautore Francesco Guccini. “Bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà“. Chissà che fine avrà fatto.
