Palermo ha sete. Lo “Stato di calamità” per la mancanza d’acqua è a un passo. Il passo ufficiale da parte del primo cittadino di Palermo sarà proprio questo: Leoluca Orlando è pronto a chiedere al governo nazionale lo stato di calamità per l’allarme siccità che a Palermo rischia di imporre, senza interventi immediati, la turnazione idrica. Che per adesso è scongiurata dopo la riunione lampo tra Regione, Amap e Comune. La turnazione sarebbe dovuta scattare già da domani ma il buonsenso ha fatto sì che le richieste di Orlando venissero accolte. La decisioni sul “razionamento” idrico è di fatto rinviata a una prossima riunione del Tavolo tecnico che si terrà il 12 gennaio.
Il sindaco, infatti, ha chiesto e ottenuto il rinvio dell’inizio dei turni perché ritiene “inaccettabile che siano stati dati solo 5 giorni di preavviso ai cittadini”. Ed aggiunge di aver chiesto anche “l’aggiornamento del tavolo tecnico per sapere cosa sta facendo la Regione. L’Amap è disposta a investire risorse proprie per la riparazione dell’acquedotto di Scillato di competenza della Acque potabili siciliane fallita e della Regione“.
Primo obiettivo raggiunto, ma è solo una soluzione tampone che non risolve i problemi. L’erogazione dell’acqua a giorni alterni in parte del territorio urbano di Palermo, prevista a partire da domani, è stata rimandata a data ancora da stabilire. Domani ci sarà un altro incontro sulla vicenda. La turnazione nell’erogazione era stata prevista dalla Regione a causa della scarsità di scorte negli invasi, dovuta a una stagione secca. Ad aggravare la situazione (oltre ai motivi di sicurezza che impediscono di superare il livello del 35% d’acqua nella diga Rosamarina, in territorio di Caccamo), il mancato utilizzo degli oltre 600 litri al secondo dell’acquedotto di Scillato, a causa di guasti alla conduttura che risalgono al 2009 e che si sono via via aggravati fino a determinare lo stop all’approvvigionamento.
Per i sindacati non è altro che la cronaca di una crisi annunciata. Cgil e la Filctem sostengono, infatti, che “come era prevedibile, a Palermo, a causa dei bacini a secco per le scarse piogge di questi mesi, è stata annunciata la razionalizzazione delle risorse idriche in città, tutto questo mentre si continuano a scaricare 600 litri al secondo di acqua minerale a mare proveniente dalla fonte di Scillato, per colpa della rottura della condotta idrica, avvenuta qualche anno fa, e alla quale non si è mai posto rimedio“.
L’acqua a giorni alterni a Palermo era un fatto dimenticato. Non accadeva da oltre un decennio quando ancora sulle soffitte o nei sottotetti dei condomini venivano sistemate le cisterne per la raccolta. Purtroppo, l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua nel 2016 è stato un problema per il 37,5% delle famiglie in Calabria e per il 29,3% in Sicilia, mentre a livello nazionale ha colpito soltanto il 9,4% delle famiglie. Anche per l’acqua, il Mezzogiorno è maglia nera.