Anno nuovo, vergogne vecchie. Anche nel 2017, con la puntualità di un orologio svizzero, si ripresenta la stessa, triste e consueta interruzione dei “servizi essenziali” erogati agli studenti disabili dalla ex Provincia di Palermo. Un problema imputabile alla cronica mancanza di fondi e ad una programmazione inadeguata, che di fatto hanno costretto le cooperative, che svolgevano i servizi in regime di proroga, a non voler più continuare. È accaduto che la gara per l’affidamento del servizio trasporto per l’anno scolastico 2016-2017 è andata deserta. L’ex Provincia ha pensato, quindi, di tamponare la situazione concedendo una proroga alla Cooperativa San Giuseppe, che ha accettato con l’auspicio che nel frattempo l’Ente bandisse una nuova gara prevedendo delle condizioni migliori. Questo non è accaduto, motivo per cui la Cooperativa non è più disposta a continuare.
Lo stesso dicasi per gli altri due servizi, ovvero l’assistenza igienico-personale e quella per l’autonomia e la comunicazione. La cooperativa assegnataria del lotto più grande, la MediCare, ha rifiutato la proroga a causa delle condizioni economiche svantaggiose. Di conseguenza le altre cooperative, assegnatarie dei lotti più piccoli, hanno deciso di interrompere il servizio sia per chiedere l’assegnazione del lotto principale, sia perché se gli studenti non arrivano in classe l’assistenza di fatto non viene erogata e quindi non può essere pagata. Come se non bastasse la prima cooperativa non vincitrice della gara chiede lo scorrimento della graduatoria.
Un vero e proprio effetto domino che la Provincia non riesce a risolvere e per il quale l’unica motivazione fornita dai dirigenti ai genitori degli alunni è la riduzione delle risorse ed il ritardo con cui queste sono state trasferite dalla Regione. In altre parole uno scaricabarile di responsabilità. A farne le spese i tanti alunni disabili delle scuole di Palermo e provincia ai quali viene negato il diritto allo studio, ma soprattutto il diritto di fare le stesse cose che fanno i loro compagni.
Insomma, come accade spesso ad ogni inizio d’anno, la campanella non suona per tutti. La notizia è trapelata dalla disperazione di chi sulle proprie spalle porta il macigno, in termini di disagi, di tale situazione, i genitori che improvvisamente si sono visti privare della loro quotidianità di liberi cittadini.
Tra questi c’è Francesco Prestigiacomo, componente dell’Associazione Teacch House Onlus, in prima linea per l’affermazione dei diritti degli studenti disabili e delle loro famiglie. “La presa in carico da parte delle istituzioni – dichiara – è una questione di civiltà. C’è il disagio delle famiglie che vedono leso il diritto allo studio dei propri figli. Genitori costretti a rinunciare al lavoro o ai propri impegni perchè le istituzioni non assolvono ai loro doveri”.
Sulla vicenda abbiamo sentito Fabio Cirino, Segretario provinciale della Flc Cgil Palermo. “La questione – spiega Cirino, nella foto a lato – è tanto scandalosa quanto nota a tutti, istituzioni e forze politiche comprese di ogni schieramento. Il sistema va rifondato interamente perché non funziona. Oltre alla mancanza di adeguati stanziamenti strutturali da dedicare al settore, manca una programmazione dei tempi di assegnazione dei servizi in questione, che sono di natura essenziale per la qualità di vita dei nostri studenti disabili e di tutta la comunità scolastica”.
“Ma come si può – si chiede ancora Cirino – perseverare con una procedura che assegna per periodi limitati di tempo? L’ultima proroga, per esempio, andava dal 7 novembre al 21 dicembre. Un iter farraginoso che prevede la divisione dei servizi in lotti da appaltare di volta in volta a cooperative del settore che manifestano interesse. È arrivato davvero il momento, superata l’emergenza, di azzerare tutto e rifondare l’intero sistema, magari predisponendo un’unica cabina di regia che programmi strutturalmente fondi, assegnazioni dei servizi, tempi e utilizzo del personale, in maniera stabile. Il diritto allo studio non può essere vincolato a questioni burocratiche”.
“Mi si consenta, inoltre, di sottolineare la situazione dei tantissimi lavoratori del settore che da anni svolgono con professionalità, efficienza e competenza le mansioni relative ai servizi ai discenti disabili, con inquadramenti contrattuali, paghe e diritti che non riesco a definire tali”, fa notare Fabio Cirino. “Ma questa – conclude – è un’altra storia che la Cgil, in quadro complessivo del diritto del lavoro, sta provvedendo a riscrivere con la promozione della nuova carta dei diritti universali del lavoro”.