Pulizia dei terreni abbandonati, cattura delle cimici attraverso un insetto e monitoraggio della popolazione dei ghiri. Sono questi gli interventi che saranno messi in atto per affrontare i danni ai noccioleti dei Nebrodi, colpiti da un’infestazione di cimici e ghiri che non sembra conoscere sosta. La nuova strategia è stata definita nel corso di un incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, e i rappresentanti del «Comitato nocciolo patrimonio da tutelare», fondato da imprenditori e produttori della provincia di Messina e che, lo scorso novembre, aveva chiesto lo stato di calamità. Saranno tre le azioni principali con cui Regione e Comitato si impegnano a risolvere il problema dei 23 comuni del territorio colpiti dall’infestazione.
Contro le cimici sarà effettuata una pulizia dei noccioleti che permetterà di fermare la loro proliferazione e, allo stesso tempo, verranno attuate delle tecniche di cattura attraverso i lanci di un insetto antagonista. Contro i ghiri, che appartengono a una specie protetta, verrà avviata invece una fase di monitoraggio e riduzione che sarà poi oggetto di confronto all’interno di un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati. «Nell’immediato – spiega l’assessore in una nota – gli uffici tecnici regionali divulgheranno le linee guida sulle corrette pratiche agronomiche che potranno contrastare la diffusione delle cimici, attraverso la regolare pulizia delle aree di coltivazione e l’applicazione di nidi trappola per la cattura e l’allontanamento dei parassiti». «Parallelamente, replicando quanto sperimentato con successo nel contrasto al cinipide del castagno – continua Cracolici – con l’Università di Palermo e con la Biofabbrica di Ramacca gestita dall’Esa, sarà avviato un percorso per l’allevamento degli insetti antagonisti, che verranno liberati nei noccioleti infestati».
Per quanto riguarda la riduzione del numero di ghiri in eccesso, occorrerà attendere i risultati del programma di monitoraggio, già finanziato dalla Regione all’Uni – versità di Palermo. Soltanto dopo si potrà stabilire insieme all’Ispra – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – la strategia da mettere in atto. «Non servono né rivoluzione, né proteste per affrontare la problematica delle nocciole dei Nebrodi. Se c’è la volontà politica, noi siamo pronti a sostenere i provvedimenti che il governo regionale decide di mettere in atto. Ma bisogna far presto», spiega Giuseppe Piccolo, presidente di Coldiretti Messina. «Contro i ghiri bastano pochi provvedimenti legislativi che, dopo il monitoraggio e il via libera dell’Ispra, possano permettere di catturare gli esemplari in eccesso e risolvere la questione, così come ha già fatto la Regione Piemonte – aggiunge -. Quanto alle cimici, si tratta solo di ripristinare le normali pratiche agricole, pulendo e rimettendo in moto quei terreni abbandonati che hanno portato alla loro nascita e proliferazione. Così facendo, nel giro di un paio d’anni, la situazione sarà risolta».